Cristina Chiabotto con il Trofeo che non finisce mai (foto LaPresse)

Contador il migliore del Giro, ma meglio Sgarbozza

Maurizio Milani
Ecco la classifica generale dei migliori del Giro d'Italia e le pagelle dei protagonisti. 10 allo spagnolo, 9 a Fabio Aru, 7 a Marco Coledan, che ha lottato per arrivare ultimo. Promossi il signore che all'arrivo dell'ultima tappa suonava la campanella dell'ultimo giro e Silvio Martinello.

L'altro Giro di Maurizio Milani


 

1° classificato (in assoluto): Gigi Sgarbozza - Belli i suoi commenti al Processo alla tappa. Grande intenditore di ciclismo. La sua figurina di quando era ciclista viene venduta su internet a 2.500 euro: un vero culto per i collezionisti;

 

2° classificato: Fabio Aru - Grandissimo, ha vinto due tappe di fila e si è dimostrato vero leader;

 

3° classificato: Il signore che all'arrivo dell'ultima tappa suonava la campanella dell'ultimo giro - Ha continuato a suonarla fisso per 50 minuti. E mentre lo faceva all'arrivo ha preso Contador e l'ha accompagnato alla premiazione: due miti assieme;

 

4° classificato: Mikel Landa - Ragazzi che scalatore; forse se gli avessero dato carta bianca lo vinceva lui il Giro;

 

5° classificato: L'ispettore Uci che all'arrivo di tappa in salita ha fatto smontare le selle per vedere se nel canotto del telaio ci fosse il motorino - Io ai miei ciclisti lo metto dentro il pedale (sono anni);

 

6° classificato: Il dubbio di Martinello, telecronista Rai - A proposito delle molte forature nell'ultima tappa commenta: "Non vorrei che stanotte i soliti fenomeni abbiano messo sulla strada delle puntine per poi vantarsi al bar";

 

7° classificato: il Colle delle Finestre - La tappa più bella, lo sterrato con gli indiani tutti in fila ad aspettare i corridori;

 

8° classificato: Contador, il più grande;

 

9° classificato: Camurri e il suo programma su Rai Storia, "Viaggio nell'Italia del Giro" - Questo merita il premio come programma dell'anno;

 

10° classificato: il ct Davide Cassani - Si è fatto firmare la maglia rosa del Pistolero;

 

11° classificato: il Team Astana - E' stato davanti a tutte le tappe;

 

12° classificato: le bici di Cipollini e della Bianchi - Le più belle;

 

13° classificato: la volata di ieri - Più che strada sembrava di essere in pista. Quasi si fermano e vengono raggiunti;

 

14° classificato: i freni a disco - Non si possono usare tra i professionisti, ma tra i dilettanti sì. Perché?

 

Ps. Un applauso sincero a tutti per il bellissimo spettacolo offerto in queste tre settimane: Forza Aru!


 

Alberto Contador - voto 10 - Ha vinto il Giro senza mai vincere, poco male. Ha corso da padrone, ha gestito, prima se stesso, poi avversari e sfortuna. E' caduto, si è sublussato una spalla, ha corso in difesa, poi all'attacco. La rincorsa sul Mortirolo è l'immagine del Giro, della sua determinazione, l'attacco sul Monte Ologno, quella della sua forza, la crisi sul Col delle Finestre, quella della sua umanità. Settimo successo in un grande Giro (e due gli sono stati tolti per squalifica): meglio di lui solo Eddy Merckx, 11, Bernard Hinault, 10, e Jacques Anquetil, 9. Campione.

 

Fabio Aru - voto 9 - Le due vittorie di tappa e il secondo posto in classifica non dicono tutto del Giro del sardo. Ha 24 anni e un futuro da vincente, in salita va forte, a cronometro, meglio, ma soprattutto impressiona per maturità e determinazione. Sul Mortirolo sembrava finito, poteva crollare, ha perso molto ma non è crollato. Coriaceo.

 

Mikel Landa - voto 8,5 - A Milano è terzo sul podio. Gregario ma non solo, capitano ma non troppo, in salita ha dato paga anche a Contador, a Madonna di Campiglio e all'Aprica ha vinto, al Sestriere ha fatto scoppiare la corsa e la maglia rosa, a Cervinia assistito il volo di Aru. Protagonista.

 

Philippe Gilbert - voto 8 - A Monte Berico è stato una furia sotto il diluvio, a Verbania un fulmine. Intelligente e raffinato, ha corso in modo perfetto, ha aspettato il momento giusto per far venire fuori la sua classe immensa, ha onorato le tre settimane, da campione di un giorno qual è. Cecchino.

 

Sacha Modolo - voto 8 - Due vittorie, due sprint perfetti, forza e volontà, velocità e spunto. Il velocista trevigiano ha stupito, vinto, gestito bene forze e uomini. E' stato lo sprinter più forte, si è trasformato da battuto a battitore. Non è un fenomeno, ma uno che lavora sodo e sa leggere bene quanto accade in gruppo. Ostinato.

 

Stefen Kruijswijk - voto 8 - Per lui fatale è stata la prima settimana nella quale ha corso da avventuriero distratto. Ha perso, si è perso, ha faticato affaticandosi. Poi non si è più staccato e molte volte ha provato a staccare. Oltre 300 chilometri in fuga, terzo posto nella classifica scalatori, mica male per uno che dicevano dovesse essere spettatore. Esploratore.

 

Ryder Hesjedal - voto 7,5 - Quinto in classifica, in salita lotta come nessuno, si stacca, recupera, attacca. Ha disputato una terza settimana incredibile, non ha perso un metro in salita, ha messo in difficoltà tutti, si è piazzato sempre. Il suo limite è la concentrazione e la sua innata capacità di addormentarsi a inizio Giro: senza quei 5 minuti persi alla quarta tappa avrebbe lottato per il podio. Determinato.

 

Andrey Amador - voto 7 - Il quarto posto è il premio alla sua ostinazione. Non doveva essere capitano, lo è diventato strada facendo senza ricevere mai i gradi. In una squadra dove ognuno correva per se non si è mai abbattuto, ha lottato, si è staccato, sempre, ma non è sprofondato mai. Sospeso.

 

Elia Viviani - voto 7 - Ha vinto a Genova alla prima occasione, poi ha corso solo in una squadra votata prima a Richie Porte, poi a Leopold Konig. Si è piazzato, ha lottato, ha fatto più di tutti. Abbandonato.

 

Marco Coledan - voto 7 - Lavora per due, prova la fuga, cade, si rialza. Arriva ultimo in classifica, lottando contro Kluge. In cima al Sestriere lo attende per essere sicuro dell'ultimo posto. Lo multano per questo, ma tant'è. Maglia nera dignitosa e meritata. Applausi. Malabrocca.

 

Diego Ulissi - voto 6,5 - Primo a Fiuggi, in fuga nelle ultime due tappe. Come ritorno alle corse niente male. Riemerso.

 

Giovanni Visconti - voto 6,5 - Tra i primi dieci della generale per due settimane, diciottesimo a Milano, una fuga lunghissima verso Cervinia, un lavoraccio verso Campiglio e sul Mortirolo per riportare sotto Amador, ma anche la sensazione che poteva azzardare di più. Faticatore.

 

Rigoberto Uran - voto 5,5 - Doveva fare meglio, ma alcune attenuanti ce le ha; poteva fare peggio, perché da una condizione così e così e una caduta a Imola prima della cronometro non è facile riprendersi. Ha chiuso lottando, piazzandosi, andando forte. Incompleto.

 

Van den Broeck - voto 4,5 - Ogni volta va a finire così: parte come possibile protagonista, poi si perde e subisce. Mai in palla, mai coi primi, lontano, più per grinta che per gamba. Ignoto.

 

Richie Porte - voto 4 - Bene alla prima settimana, poi la sfortuna, la foratura che gli toglie quasi tre minuti tra ritardo e squalifica, la caduta che gliene fa perdere un altro. La resa però è mentale. Si affloscia, a cronometro paga dazio, il giorno dopo si ritira. Sgonfiato.

 

Tom Boonen - voto 3 - Si è visto solamente nella tappa dell'Abetone per riportare avanti il capitano Uran. Svogliato.

 

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