La serie A dei burini di successo

Alessandro Giuli

Burini di successo, certo, e sono appunto loro, Massimo Ferrero e Claudio Lotito, i veri signori del Campionato. Tolta la Juve che gioca in una serie-A-sé; tolte le squadre dei carini (Inter e Milan, cit. Cerasa) che affondano nella malinconia dei rimpianti;

Burini di successo, certo, e sono appunto loro, Massimo Ferrero e Claudio Lotito, i veri signori del Campionato. Tolta la Juve che gioca in una serie-A-sé; tolte le squadre dei carini (Inter e Milan, cit. Cerasa) che affondano nella malinconia dei rimpianti; tolta la mia Rometta e il Napoli, che vorrebbero essere cittadine del mondo ma non sanno ancora allacciarsi gli scarpini; restano Sampdoria e Lazio. Ovvero due capolavori a chilometro zero o quasi, improvvisati da presidenti-Stranamore che, sparagnini e spericolati, nutrono l’immagine dei loro club a pane e cicoria e calci in culo alla lingua italiana. Ma proprio così finiscono per levarsi soddisfazioni smisurate rispetto alle attese. E noialtri che volevamo festeggiare lo scudetto parlando ammerricano, noialtri dello stadio a Tor di Valle, noialtri illusi che bastasse infischiarsene delle radio-tifose, forforose e raglianti, per diventare importanti; eccoci qua: buoni nemmeno a spicciargli lo spogliatoio, a quelli lì, i burini di successo. Senza contare che l’ultimo scudetto, che poi è il terzo di una storia ancora grama, l’abbiamo vinto nel 2001 con un presidente di nome Franco Sensi. Burino de còre e de successo. Quindi il buio.

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