Foto di Filippo Attili, via Ufficio Stampa, via LaPresse 

il racconto

La Prima non finisce in teatro: ecco la serata mondana che riunisce Milano

Fabiana Giacomotti

Mentre il corteo delle istituzioni lascia la Scala, tutti restano bloccati nel foyer in attesa di poter raggiungere le rispettive destinazioni per cena. L'appuntamento più ambito è come sempre l'after al bar Basso

All'uscita della "Prima", tutti bloccati nel foyer. Mario Boselli, presidente della Fondazione Italia Cina e presidente onorario di Camera nazionale della moda, famiglia nota alle cronache milanesi dai tempi in cui Ludovico il Moro le assegnò la patente per la bachicoltura, dà fondo alla proverbiale diplomazia per sedare gli stimi degli ospiti che, essendosi fatte quasi le 10, vorrebbero andare a cena. Per la prima volta, l'imponente apparato di sicurezza fa uscire il corteo delle istituzioni – famiglia Mattarella, famiglia Meloni -Giambruno, famiglia La Russa, baronessa Ursula von der Leyen, prima coppia cittadina Beppe Sala-Chiara Bazoli – prima di ogni altro.

 

I milanesi, notoriamente allergici alla politica modello romano cioè marchese Del Grillo, rumoreggiano. Chi vuoi che se li fili, è il sottotesto, e dopotutto è un fatto che gli applausi siano andati tutti e come sempre a Mattarella, in secondo ordine il sindaco, molto apprezzato dalla comunità che frequenta la Scala. Quando, dopo dieci minuti, le porte si aprono, i quasi duemila spettatori del Boris sciamano verso le rispettive destinazioni: Cipriani i mondani senza aderenze, ricevimento a casa di Piero Maranghi gli intellettuali, cena istituzionale alla Società del giardino, sotto i ritratti di Henri Beyle "milanese" Stenhdal per, appunto, ospiti del sindaco, della Scala e degli sponsor principali.

 

In platea si erano visti la ministra Anna Maria Bernini, ospite di uno sponsor, e il ministro dello Sviluppo economico e del Made in Italy Adolfo Urso. Alla cena, dove si arriva sempre per la prima volta fra due ali di blindati, a piedi, sembrano volatilizzati. Ci sono invece Ignazio La Russa che porta personalmente la riserva brut Bellavista alle signore del suo entourage, Stefano Accorsi, ospite del sindaco, Luca Formenton e una rappresentanza nutrita di quella Milano che fa piacere vedere riunita, almeno una volta all'anno. Centrotavola di frutta studiati da Donatella Brunazzi, direttrice del Museo teatrale della Scala e del cerimoniale, elegantissima ed esausta dopo tre settimane di disposizioni istituzionali e trattative, menu di giovani chef, tradizionali e innovativi quanto basta per l'occasione. Ma l'appuntamento più ambito resta, come sempre, l'after al bar Basso ospitato dal direttore dell'ufficio stampa Paolo Besana. Molti "sbagliati" e finalmente molto relax per tutti. La convocazione è una consacrazione. 

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