Photo by Danielle Cerullo on Unsplash  

Saverio ma giusto

È il momento giusto: le palestre promuovano la cultura della sedentarietà

Saverio Raimondo

Ogni anno, nelle palestre italiane, si verifica il 60 per cento degli abbandoni. E siccome nella manovra non c'è nessun bonus o incentivo, la salvezza deve arrivare dal basso. Il salto antropologico non è poi così grande, l’anello di congiunzione fra lo sportivo e il sedentario esiste già: è la tuta

I dati parlano chiaro: ogni anno, nelle palestre italiane, si verifica il 60 per cento degli abbandoni. Siamo il paese in Europa con il più alto tasso di abbandono delle palestre. Nonostante ciò, il governo sembra sordo a quella che appare come una vera e propria emergenza sociale, una piaga nazionale, oltre che una tragedia per il settore del fitness. Nella manovra economica appena varata non c’è nessun bonus palestra, o incentivo all’iscrizione, o detrazione dell’acido lattico. In mancanza di aiuti da parte della politica, se la salvezza del settore delle palestre non arriva dall’alto, deve necessariamente partire dal basso. Dobbiamo cambiare mentalità alle palestre, rivoluzionarne la filosofia, far sì che esse si aprano alla società, al paese reale.

L’Italia è sedentaria? Lo siano anche le palestre! Basta con queste palestre “palestrate”, dedite all’edonismo e allo stress psicofisico; palestre che puzzano di sudore. Che le palestre piuttosto promuovano la cultura della sedentarietà: le panche servano per sedersi, i lettini per sdraiarsi – lettini da almeno una piazza e mezzo, dove una volta che sei sdraiato il massimo del movimento è girarti su un fianco per metterti comodo, tre serie da quindici, praticamente una pennichella. Uno già si è alzato dal divano per venire in palestra; una volta lì, lasciatelo riposare! In queste palestre ci saranno cyclette di nuova generazione, che non solo non hanno le ruote, ma nemmeno i pedali. Il sedentario si siede alla cyclette… e basta, sta seduto. Così si risparmia anche sui materiali di costruzione: sono sufficienti il sellino e il manubrio – quest’ultimo per appoggiarsi ulteriormente. Per i body builder della sedentarietà, quelli che non vogliono fare nemmeno il piegamento necessario a sedersi, c’è il tapis roulant: ci sali e lui resta fermo, non si muove, ci stai sopra senza nessuno sforzo, non devi muovere un muscolo, soltanto fare massa - la tua massa - lì sopra.

Non pensiate che non sia una vera palestra: ci saranno gli attrezzi – cuscini, coperte, plaid- e il quadro svedese: una tela di Larsson, tu ti ci siedi davanti e la guardi – puoi anche non guardarla, basta che ti siedi. I personal trainer passano e ti rimboccano le coperte, ti sistemano i cuscini, ti aiutano a toglierti le scarpe. Se poi uno si appisola nessun problema: si può sempre chiedere un minuto di recupero – in questo caso i famosi “altri cinque minuti”. Ovviamente in queste nuove palestre la doccia si fa prima di entrare, come riscaldamento, una doccia calda. E i risultati di tutta questa palestra – se fatta con regolarità e impegno – si vedranno nel giro di pochi mesi: aumento di peso, flaccidità, perdita di tono muscolare, decubito, infarto. Basta con la frustrazione tipica della palestra, che porta la gente ad abbandonare lo sport delusa e amareggiata: con le palestre sedentarie i risultati saranno tangibili, vedremo in poco tempo il nostro corpo cambiare da così a così-così. Il salto antropologico non è poi così grande, l’anello di congiunzione fra lo sportivo e il sedentario esiste già, ed è la tuta. Non resta che cogliere la congiunzione, e rilanciare le palestre come alternative al divano – molto più comode, più larghe, più rilassanti. E dove puoi incontrare altri sedentari come te, e condividere con loro la tua passione nel non fare nessuno sforzo.

Di più su questi argomenti: