Vladimir Putin (Ansa)

Saverio ma giusto

Bisogna smettere di fare le telediagnosi a Putin

Saverio Raimondo

Gli esperti fanno notare come il suo gonfiore in viso, il tremolio, l'andatura zoppicante siano tutti sintomi di una grave malattia. Ma gli unici a impazzire sono gli ipocondriaci

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, si rincorrono le voci sulla salute (cagionevole se non compromessa, dicono) di Vladimir Putin: chi dice che abbia un cancro (alla tiroide è quello più quotato), chi la leucemia, altri sostengono abbia il morbo di Parkinson o la demenza. In ogni video o immagine che ritrae le uscite pubbliche del leader del Cremlino gli esperti fanno notare i tremori alle gambe, le rigidità alle mani e alle braccia, le difficoltà a stare fermo, la camminata strana e zoppicante, il gonfiore al viso (chi dice botulino, chi cortisone, chi gli effetti di qualche farmaco).

Per non parlare di quando alla parata della vittoria, il 9 maggio, Putin è apparso con una coperta di lana sulle gambe: chiaro indizio, sostengono gli analisti, della malattia cronica del presidente russo.

Dato che il sottoscritto è un soggetto ansioso, e con l’avanzare dell’età sempre più incline all’ipocondria, tutto questo additare ogni singolo gesto di Putin come sintomatologia clinica non mi dà speranze di una scomparsa biologica del tiranno, bensì non fa che alimentare le mie preoccupazioni – meno geopolitiche, più personali.

E’ dal 24 febbraio infatti che controllo in maniera ossessiva come cammino, come tengo le mani, se il mio viso si è gonfiato, se tremo e soprattutto se ho freddo alle gambe. Se poco poco ho un brivido, penso subito di avere un cancro o una malattia neurodegenerativa. Dicono che gli scatti d’ira e gli sproloqui vaneggianti tipici di Putin nell’ultimo periodo siano altrettanti sintomi, se non di un disturbo mentale, di un’alterazione dell’umore dovuta ai farmaci contro il cancro; da quando ho letto queste diagnosi, ogni volta che mi innervosisco controllo la scadenza dei miei integratori e delle vitamine che prendo regolarmente, e se noto che faccio vocali su Whatsapp superiori ai trenta secondi penso subito di essere uno psicopatico e mi prenoto un elettroshock nel mio manicomio di fiducia.

In generale, tutti gli esperti e analisti sono concordi nel dire che a Putin gli ha fatto male il Covid: l’isolamento prolungato dovuto alla pandemia avrebbe alterato e compromesso il suo equilibrio psichico. Che il lockdown e il distanziamento abbiano fatto impazzire anche me? Certo, io non ho invaso paesi stranieri e non minaccio di usare armi atomiche; ma di recente in treno ho occupato un posto accanto al mio con lo zaino, e ora che ci penso non esiterei un attimo a usare l’atomica se questo potesse essere utile a tenere lontane le zanzare.

Ok, forse sono solo un po’ paranoico, un grande ipocondriaco; ma anche Putin lo è: la “bolla” nella quale vive il presidente russo, fatta di quarantene preventive, tamponi ed esami medici approfonditi a tutti coloro che devono entrare in contatto con lui, ammetto mi ha suscitato una certa invidia – ma non potrei mai permettermi un simile protocollo per la mia vita sociale, pare che costi al bilancio russo quattro miliardi di rubli, quasi sette milioni di euro al cambio attuale, praticamente un pieno di benzina. Alla fine non sappiamo veramente come sta Vladimir Putin, ma sappiamo come stiamo noi: non benissimo. A partire da tutti questi esperti e analisti che fanno telediagnosi, e che mi ricordano quelli che si curano su internet: di scientifico c’è ben poco. E non serve a nulla, se non ad alimentare ansie o speranze.

Quindi, per favore: fatti, non suggestioni. Ora, se qualcuno volesse controllare le mie foto recenti su Instagram e dirmi se nota qualcosa di strano in me… 
 

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