"Finalmente si riparte con gli spettacoli". Parla Luca Argentero

Giuseppe Fantasia

Il colloquio con l'attore torinese, in trasferta a Milano. Il pranzo da Cracco, l'elogio del caffè. E la speranza che quello in corso sia l'ultimo spettacolo con limitazioni di pubblico

“Che dire? Sono favorevole, ovviamente, a questa riapertura necessaria di cinema e teatri, anche perché la capienza al 50 per cento, rispetto a quello che ci stava accadendo attorno, era insostenibile. Non puoi fare un comizio elettorale con 5mila persone in piazza e poi tenere i cinema e i teatri in quel modo”.

Anche Luca Argentero appoggia il decreto del ministro Franceschini che da lunedì prossimo allenterà ulteriormente le strette anti-Covid, riportando al 100 per cento, in zona bianca, le capienze degli spazi culturali, cinema e teatri in primis.

“Sono anche un po’ irritato per il ritardo con cui è arrivata questa nuova decisione – tiene a precisare l’attore torinese al Foglio - anche perché, forse, non tutti sanno le sofferenze e le tante perdite economiche che questo ritardo ha portato a migliaia e migliaia di persone che lavorano in quei mondi”.

Lo incontriamo a Milano, durante una pausa di È questa la vita che sognavo da bambino?, lo spettacolo diretto da Edoardo Re che porta in scena fino a domani al Teatro Manzoni, raccontando Luisin Malabrocca, Walter Bonatti e Alberto Tomba, tre grandi personaggi dello sport dalle vite straordinarie le cui imprese hanno avuto un forte impatto sia dal punto di vista umano che sociale. “Per questo spettacolo, purtroppo, la sala sarà ancora riempita per metà, ma per fortuna è tutto sold out”, aggiunge. “La cosa importante, però, è che da lunedì si torni a vivere la cultura in tranquillità e in sicurezza”.

Siamo seduti nel ristorante di Carlo Cracco in Galleria, a Milano, e Argentero sta per essere presentato alla stampa come il nuovo testimonial della Bialetti che oltre cento anni fa, grazie alla Moka Express e alla creatività del suo inventore Alfonso Bialetti, l’ha fatta diventare l’icona del rito del caffè e simbolo della nostra tradizione. Oltre all’altrettanto iconico “Omino con i baffi”, oggi c’è Argentero, uno degli attori più amati della sua generazione che si divide tra cinema, teatro e tv. Un campione di oltre 4.000 persone, l’ha scelto come vicino ideale, perfetto, preferendolo addirittura a Brad Pitt e ad altri sex symbol italiani e internazionali, come ci viene mostrato in una slide, prima di vedere lo spot ideato dall’agenzia CasiraghiGreco& in cui è protagonista.

Argentero inizia a ridere e dopo aver assaggiato un ottimo riso mantecato ai ricci di mare e polvere di caffè, ça va sans dire, si alza per fare una foto proprio a quella slide, “perché certe vittorie – ironizza – vanno testimoniate”. “Con una buona tazzina di caffè, si possono risolvere molte cose”, aggiunge, tornando ad essere serio. “Una delle tante, è cercare di riempire quelle sale. Con un caffè, quindi, inviterei quante più persone possibili a riappropriarsi di un luogo che era loro a cui si sono, forse, leggermente disabituate. Il cinema e il teatro sono stati parte delle nostre vite e dovranno continuare ad esserlo. Quest’ultimo anno e mezzo di pandemia, ci ha tolto delle abitudini – aggiunge l’attore che da più di dieci anni aiuta le persone meno fortunate con l’Associazione 1 Caffè Onlus, ispirandosi alla tradizione napoletana del “caffè pagato” - c’è ancora del timore reverenziale nei confronti di alcuni luoghi.

"Ora bisogna tornarci e numerosi, perché riappropriarsi della socialità è fondamentale”. La pandemia lo ha sconvolto, come molti, “ma anche cambiato”, ci dice, “perché con mia moglie Cristina (l’attrice Cristina Marino, ndr), siamo diventati genitori di Nina Speranza, che oggi ha quindici mesi. Abbiamo imparato un sacco di cose”. Prima di andare via, la battuta migliore è quella di Cracco, che restando in tema, gli fa: “Ora devi farne altri, però, come io che ne ho quattro. I figli sono come la moka: in base alle necessità, una volta puoi usarne uno, un’altra volta un altro”.

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