Foto Ansa

La fidanzata del premier

Cinquanta sfumature di Olivia

Simonetta Sciandivasci

E' la First Lady morganatica d'Italia, su Instagram la chiamano Holly, e il suo stare accanto a Giuseppe Conte prevede una studiatissima, quasi lacerante indifferenza

Su Instagram, Olivia Paladino la chiamano Princess Holly. Ha il suo comitato di groupies (risicato, ma la signora si farà), Le bimbe di Olivia Paladino, costola non autorizzata di Le bimbe di Giuseppe Conte, che segue, venera, lumeggia il Premier e fa di lui un meme da fotoromanzo, un maschio maschile ma non virile, romantico mai principesco, seducente mai batrace. E solo, soprattutto. Disponibile. Nostro. Ottimo partito, in senso tanto politico quanto maritale. Non c’è una foto, nell'Instagram delle groupies, in cui lui sia con lei, che del resto ha preso a comparirgli di fianco pubblicamente da molto poco, e sempre per poco, con l’aria distaccata di chi siede a una tavolata di grecisti che parlano solo greco antico, l’aria dell’universo assente. Olivia Paladino si vede ma non c’è, le foto che circolano di lei sono quasi tutte rubate, in tutte guarda altrove, sorride poco, non fa trapelare altro che non sia il dovere di presenza, che assolve con formalità perfetta e glaciale. Non sappiamo che voce abbia, e direte che questa non è una novità, la first lady all’italiana è una mamma all’italiana: comparsa in pubblico, regista in privato; fantesca fuori, monarca dentro. Ed è vero, di tutte le mogli dei nostri premier non abbiamo conosciuto che il nome e cognome da nubili, nel caso di Agnese Landini, la signora Renzi, anche professione e prezzo dei golfini. Nei giorni scorsi qualche indignato con molto tempo libero e condizionatori ha tentato di appiccare un incendio dolciniano ai danni di Holly, fotografata con una Kelly di Hermès molto costosa, ma le fiamme non hanno divampato che in qualche caminetto, anche perché attenti non lavoratori hanno analizzato le foto della borsa e sancito che non si tratta di una Hermès – sìssignori, c’è gente che ha avuto mille cose, tutto il bene e tutto il male del mondo, e chi ha avuto solo il debunking delle irritazioni da giardino.

 

   

 

E però di Paladino non conosciamo la voce perché è lei a non voler parlare, e non perché le venga richiesto di non farlo: è lei che si sottrae, si ritrae, e riesce a farlo senza mai darci l’impressione di volerci schivare, ma sembrando sempre, semplicemente, altrove. Lei ha il suo albergo di famiglia, l’Hotel Plaza, e i suoi amici, le borse, suo figlio, il suo bel mondo romano che quasi non si direbbe romano da quanto è signorile, la sua allure, il suo mistero, la sua malinconia latente nei momenti più felici. Accompagna il compagno quando può, quando proprio deve, e si porta addosso tutta la sua estraneità che la rende inattaccabile, intoccabile, immune alla lusinga della popolarità. Lui Premier e lei imprenditrice, lui poroso, lei impermeabile. Lui meridionale, e non c’è pochette a quattro punte nel taschino che possa cancellarlo, lei romana con sangue svedese, quindi immune alla dolcezza truce daa capitale der monno infame. Olivia e Giuseppe non li vediamo abbracciati mai, mano nella mano neppure, ma su qualche copertina estiva quest’anno siedono in spiaggia, abbracciati in modo lasco, molto ma molto paritario, diciamo nordeuropeo, tutti e due con gli occhi verso il mare, verso l’orizzonte, tutti e due concentrati su altro. Holly non cede al popolare come Filippa di Svezia (Lagerback, naturalmente, che s’è fatta baciare e sbranare dal marito Daniele Bossari, quando è andata a trovarlo al Grande Fratello, perché sapeva d’essere la sua unica speranza per riprendere terreno, e infatti lui da quasi espulso che era, ha vinto l’edizione). Holly non cede alla passione come Ingrid Bergman, svedese pure lei, che con Roberto Rossellini fece l’amore “quasi in piedi”, durante un festino, a casa di amici, e rimase incinta. Figuriamoci.

   
Non sono cose da first lady, men che meno una first lady morganatica come lei, che non è sposata ma soltanto fidanzata. Lei è inarrivabile, inavvicinabile, alta, seria, adeguata, inespugnabile. Lui la porta a fare la spesa in giacca e cappotto blu servitore dello Stato, e lei sbuffa. Lui è carico di sacchetti, lei ha le braccia conserte e la faccia contrariata, così contrariata che i giornali scrivono che i bellissimi sono ai ferri corti. È il novembre del 2019, di Holly si sa ancora così poco che la cantonata è inevitabile. Invece, e lo abbiamo imparato col tempo, quella fotografia è la radiografia della coppia, di Conte, del governo. Lui si sforza di sorridere, di mostrarsi agile e cioè abituato alla manutenzione ordinaria, ma aggrotta la fronte così tanto che sembra sentirlo imprecare. Lei, libera da ogni obbligo, se ne fotte completamente e fa chi è, è chi fa. Lui ne esce da eroe, compagno accorto e liberale, progressista gentile, diremmo quasi di sinistra se non fosse che i peggiori maschilisti sono i maschi di sinistra (ma non lo sanno, non lo fanno apposta, è maschilismo introiettato). Lei ne esce da Regina delle Nevi.

 

Dicono alcuni che in privato Olivia sia assai imperiosa, e suggerisca (intimi?) a Conte tutto o quasi tutto, ne sia consigliera, timoniera, maestra. Anche se a noi non sembra, perché a noi sembra che quel ruolo spetti a Rocco Casalino, che lo desidera con lo stesso ardore che lacerava Marilyn Monroe quando cantava Happy Birthday, Mr President e che invece, pare, stia sostanzialmente nelle mani di Olivia. C’è il modo Kardashian d’essere first lady e il modo Holly: il Kardashian prevede che lei non si stacchi mai da lui, ne diventi garante, trasfonda e travasi la sua popolarità in suo favore; l’Holly prevede una studiatissima, quasi lacerante indifferenza. Lui va per la sua strada, lei per la sua, s’incontrano a cena ogni tanto e mangiano un fiore, lo confondono con l’amore, capita che vadano al cinema all’aperto, e si siedano per terra, a piazza San Cosimato, tra i cinefili del Cinema America che non han padrone come te.

 

Lui giovanile, lei principesca, anzi principessa: come la Jasmine di Aladin riconoscibile dall’allure pure con addosso un sacco di patate. Tanto principessa che le sue borse sembrano Hermes anche quando non sono Hermès, perché l’Hermès lei lo irradia, lo ha nel sangue, non importa che lo indossi o no: addosso a lei tutto diventa Hermès.