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“Quella barbarie che porta a pensare che i più vecchi siano sacrificabili”

Giulio Meotti

Sicard, Bruckner e Cyrulnik lanciano un appello sul Monde

Roma. “Nessuno mi ha chiesto: ‘Come anziano, saresti disposto a rischiare la tua sopravvivenza in cambio di mantenere l’America per i tuoi figli e nipoti?’. Se quello è lo scambio, ci sto”. Quella che era una battuta infelice del vicegovernatore del Texas, Dan Patrick, è realtà ormai in tutta Europa.

   

In Spagna 4.260 ospiti delle case di cura nella sola regione di Madrid sono già morti dopo avere mostrato i sintomi di Covid-19, dall’8 marzo all’8 aprile. “Quando sono molto malati – non solo qui, in più di un posto – quando vedono che non c’è soluzione li sedano e vedono quanto durano, perché stanno lasciando reparti di terapia intensiva per i più giovani”, ha detto alla Reuters Maria Jose Alvarez, figlia di un donna di 85 anni che si trova in una casa di riposo vicino a Barcellona. “E’ triste, è davvero triste. Non se lo meritano”. In Francia, le autorità hanno appena chiesto a questi istituti di comunicare i numeri dei decessi. Ad Amsterdam il virus fa strage di anziani nella casa di cura ebraica Beth Shalom. L’emittente belga Rtbf parla di 350 decessi nelle strutture di Bruxelles. Il proprietario di case di cura nel Devon, in Inghilterra, ieri parlando con Sky News ha parlato di una deliberata “importazione della morte nelle case di cura” e ha accusato il governo di sacrificare gli anziani. “Stanno morendo tutti. Lì dentro ci sono persone ancora sane! Salviamole”, gridano i parenti di due Rsa di Milano, mentre in tutta Italia è strage nelle case di riposo.

 

Qualcosa di spaventoso è in corso negli istituti per anziani. E soltanto al termine di questa prima ondata pandemica avremo un primo bilancio delle perdite. Si rischia un potenziale raddoppiamento in Europa del numero delle vittime. Voci cattoliche e laiche lanciano appelli alla protezione dei più fragili. L’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, in un’intervista a Crux condanna questa “cultura dello scarto” e avverte su possibili discussioni in merito a una legge sull’eutanasia: “Sarebbe davvero incredibile se dopo la pandemia che ha messo tutti in ginocchio ci abbassassimo ulteriormente aiutando il ‘lavoro sporco della morte’ anche con le leggi approvate dal Parlamento”.

  

Ma non è soltanto la chiesa a preoccuparsi. In un appello sul quotidiano francese Monde, un gruppo di personalità laiche scrive: “Nella tormenta della pandemia, non dimentichiamoci delle persone anziane! Se non agiamo urgentemente con coerenza e con forza nelle settimane e nei mesi che verranno rischiamo, in Francia, in Europa e nel mondo, un’ecatombe. Rassegnarsi a questo esito è umanamente inaccettabile”.

 

Sono firme illustri: Yves Agid dell’Académie des sciences, il saggista Pascal Bruckner, il neuropsichiatra Boris Cyrulnik, il filosofo Roger-Pol Droit e Didier Sicard, l’ex presidente del Comité consultatif national d’éthique. Ricordano “il principio etico del diritto alla vita di ogni essere umano” e invitano a “combattere questa barbarie insidiosa che porta a pensare che i più vecchi vadano difesi meno, quasi sacrificati”. Che lo stato o la società decidano in questo senso “è un’insopportabile prospettiva”. Ma sta accadendo. E dopo l’emergenza dovremo farci un esame di coscienza.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.