Si può proibire tutto, o quasi, ma non la passeggiata con il cane
Un divieto di amare e accudire sarebbe un focolaio di guerra civile
In “Cane e padrone” Thomas Mann raccontava tra l’altro la passeggiata quotidiana e si stupefaceva perché il suo compagno abbaiava sempre e tirava e smaniava in un punto preciso, sempre quello, una siepe in villa, questione di istinto e di memoria. Timidi o spavaldi, i cani si fingono un nemico anche invisibile, anche scomparso, comunque introvabile, con una sicurezza di tratto che a noi manca nel contatto con il nostro attuale nemico. Sono in questo decisamente più sagaci di noi, non solo più eleganti e rassegnati, non solo più allegri e abituati a lunghe quarantene, alla vita da cani, agli spazi ristretti, alla compagnia forzata, a lunghi sonni interrotti da veglie sempre reversibili in un ennesimo riposino, sono anche all’erta e pronti alla più combattiva eccitazione senza mascherina, igienizzanti, eccessi necessari di sapone e protezione, insomma sono dichiaratamente esseri, in questo almeno, del tutto superiori ai loro padroni. Potessimo scartare e imbizzarrirci con la loro vitale diffidenza davanti a quella siepe in villa dove si annida anche solo la possibilità di un virus. Non possiamo.
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- Giuliano Ferrara Fondatore
"Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.