(foto LaPresse)

La fine del buon senso

Sergio Silvestrini*

La trasparenza è doverosa, ma non si tutela il bene pubblico accantonando la ragionevolezza in nome della psicosi

La psicosi da contagio che ha investito l’Italia sta provocando l’estinzione del buon senso e dell’equilibrio, due elementi fondamentali nella gestione di situazioni complesse. La tutela della salute dei cittadini è il valore più alto scolpito nella nostra Carta costituzionale e rappresenta un tratto distintivo del nostro patrimonio politico e culturale. Davanti al focolaio del virus proveniente dalla Cina sono state attivate misure di contenimento per scongiurarne una rapida e pericolosa diffusione. È sempre difficile adottare provvedimenti che limitano la libertà di movimento delle persone ma l’interesse generale e della salute pubblica impongono, a volte, sacrifici individuali.

 

L’auspicio è che la fase emergenziale rientri il più rapidamente possibile grazie soprattutto allo straordinario operato delle strutture sanitarie e della Protezione civile che si confermano tra le eccellenze italiane nel mondo. E tuttavia è piuttosto sconcertante osservare l’esplosione di massicce dosi di irrazionalità collettiva che rischiano di provocare danni incalcolabili, non solo economici, generando paure che lasceranno il segno su un tessuto sociale già sfibrato e lacerato. La democrazia matura e la società aperta sono espressioni di trasparenza e responsabilità. Sarebbe un attentato contro l’opinione pubblica nascondere verità o minimizzare rischi e pericoli. Ma non si tutela il bene pubblico accantonando la ragionevolezza e l’equilibrio.

 

Il panico che serpeggia tra i cittadini è alimentato da un cortocircuito provocato da un sistema dell’informazione che sembra sempre più contagiato dai tratti deteriori dei social media e da pezzi di classe dirigente del paese, in primis esponenti della politica a vari livelli, che sembrano aver abbandonato il principio di responsabilità e in qualche caso confondendo l’autonomia con l’indipendenza. La celebre frase di James Freeman Clarke “un politico pensa alle prossime elezioni; uno statista pensa alla prossima generazione” appare quanto mai lontana dalla nostra realtà. A parziale giustificazione della politica la tendenza tutta italiana di pretendere un responsabile da condannare davanti a qualsiasi tipo di tragica fatalità. Appartiene alla recente cronaca il rinvio a giudizio dei vulcanologi che non avevano previsto il sisma in Abruzzo (tutti assolti) e la condanna dell’ex sindaco di Genova per omicidio colposo per non aver chiuso le scuole in occasione dell’alluvione del 2011.

 

In momenti come quello che stiamo vivendo tornano preziosi i pensieri di Luigi Einaudi sul ruolo della stampa alla quale si deve la costruzione in occidente di “quella cosa indistinta e inafferrabile, ma tuttavia reale ed esistente, che è l’opinione pubblica”. L’informazione non svilisca la sua insostituibile funzione, non si riduca ad amplificare e diffondere paure. A questo clima ostile alla ragione contribuisce anche un pezzo di quella comunità scientifica dalla quale i cittadini si attendono risposte e soluzioni. Ma anche tra valenti medici e professionisti alcuni fanno un uso distorto del Villaggio Globale trasformando il luogo concepito per favorire la circolazione delle idee e della conoscenza in una arena polverosa per gladiatori.

 

Osservando dall’alto, l’Italia ha assunto i connotati di una nave in balìa delle onde che sta smarrendo il punto di approdo. È necessario recuperare rapidamente buon senso ed equilibrio, misura delle proporzioni. Occorre uno sforzo straordinario per definire politiche e provvedimenti in grado di coniugare la risposta all’emergenza e il disegno di una traiettoria di rilancio del paese. Il sistema produttivo offre la massima collaborazione alle istituzioni per lavorare in modo condiviso e coordinato per normalizzare la situazione il più rapidamente possibile. L’alternativa è il rischio di provocare la paralisi economica e sociale del paese e in prospettiva di rendere questa splendida nazione incompatibile con la modernità. 

 

*segretario generale Cna

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