"L'altra metà del calcio” contro lo stereotipo di genere

Onelia Onorati

Presentato a Roma il programma di sensibilizzazione, informazione e comunicazione che coinvolge il settore del calcio dilettantistico giovanile e scolastico.

Roma. “Per partite fra uomini ci vogliono arbitri maschi”. Oppure: “Un anno sprecato quello con l’allenatrice donna”. Sono alcune tra le frasi più comuni sentite in tv o negli spogliatoi a proposito di donne e calcio. Gli stereotipi di genere sono talmente sedimentati da avere ormai contagiato anche le donne ed essere persino poco riconoscibili. Ma per identificarli e combatterli bisogna agire sin dalle prime esperienze sportive. Per questo è nato il progetto “L'altra metà del calcio”, un programma integrato di sensibilizzazione, informazione e comunicazione che coinvolge il settore del calcio dilettantistico giovanile e scolastico. L’iniziativa, presentata oggi al Palazzo di Santa Chiara nel cuore del centro storico di Roma, è organizzata da Asilo Savoia, Telefono Rosa, Link Campus University e Gazzetta Regionale, ma prevede anche il finanziamento del Dipartimento delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, e ha ricevuto l'adesione della Regione Lazio e del Comune di Roma.

 

In diciotto mesi, 17 associazioni sportive dilettantistiche diventeranno promotrici delle pari opportunità e della lotta alle differenze di genere, sensibilizzando i ragazzi e promuovendo la figura del Diversity Sport Manager. Lo ha raccontato Massimiliano Monnanni, il presidente dell'IPAB Asilo Savoia, che è abituato a impegnarsi per l’inclusione: “Dopo una casa famiglia per le vittime di violenza, continuiamo a collaborare con il Telefono Rosa e a coinvolgere gli enti locali, ai quali spetta la vera operatività e promozione del progetto”. Passa poi il testimone a Daniele Frongia, assessore allo Sport del Comune di Roma, per un’eventuale prosecuzione del progetto oltre i 18 mesi previsti: “Abbiamo già visto nella storia dell'Asilo Savoia come più la sfida è ambiziosa più i risultati sono di valore, dunque vi aspettiamo in Campidoglio alla conclusione dell’iniziativa, per tirare le fila”. Fra l’altro, tra i progetti più forti sull’inclusione portati avanti dall’Asilo Savoia ci sono quelli legati alla sua Società sportiva dilettantistica “SSD Audace Savoia – Talento & Tenacia”. Come ha spiegato la delegata alle relazioni istituzionali, Elisabetta Maggini, è stata di recente recuperata dai Gambacurta la palestra di Montespaccato, consentendo a più di seicento ragazzi di continuare a usare le strutture sportive del proprio quartiere.

 

Una visione particolarmente aperta quella di Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa: “Abbiamo partecipato perché abbiamo visto l'attività svolta dal presidente Monnanni con i giovani. E abbiamo visto a quali risultati ha portato. Dobbiamo diffondere, come già fatto nell’ambito di un progetto su ottocento studenti laziali, l’idea che non esista più la netta divisione tra i generi”. Il contributo della Link Campus University sarà la creazione del Master in Diversity Sport Manager, illustrato da Nicola Ferrigni, il Direttore del Laboratorio di Ricerca Sociale: “Il corso partirà lunedì prossimo (8 aprile) e si svilupperà in 2 sessioni, una parte con delle lezioni frontali e una con dei laboratori esperienziali per un reale coinvolgimento emotivo degli studenti”. Dopo gli interventi della presidente del Primo municipio, Sabrina Alfonsi, che ha sottolineato l’importanza di formare i tecnici sportivi di domani, e dell'allenatrice in seconda del Montespaccato Savoia, Marta Di Matteo, a chiudere la giornata è stato il giornalista della Gazzetta Regionale, Tommaso Rossini: “Il calcio è in assoluto uno degli ambienti sociali in cui il seme del maschilismo cresce e si diffonde. Rappresenta pertanto un terreno fertile sul quale provare a intervenire per educare i giovani, partendo dai più giovani e potendo contare sulla creazione di una figura specifica come lo Sport Diversity Manager”.

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