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Per convincere il prossimo a obbedirci basta un pacchetto algoritmico

Simonetta Sciandivasci

Ci hanno fregato la privacy e forse pure il destino

Cari, la diavoleria che andiamo a raccontarvi non è distopia, né utopia: esiste, si compra con poco (29 dollari!) e l’hanno usata già cinquemila individui, che per ora stanno tutti bene. Si chiama The Spinner ed è un sistema, un pacchetto virtuale con cui potete convincere qualcuno a fare ciò che desiderate faccia e verso cui ha, invece, sempre mostrato renitenza. Come? Mettiamo che vogliate fortissimamente un camper, ma dividiate la vita – e le vacanze – con qualcuno di convintamente, inamovibilmente stanziale. Ipnotizzarlo non vi conviene, parlarci men che meno (e poi è così demodè). Comprate un pacchetto Spinner e un sistema non meglio identificato ci penserà per voi. E agirà così.

 

Un giorno il vostro partner stanziale si sveglia, apre la mail e ci trova un paio di offerte per comprare un camper con il 70 per cento di sconto. Apre poi Facebook e, per molti giorni, viene subissato di pubblicità su quanto è bello viaggiare in camper, proprio come nell’ultimo film di Virzì, però senza eutanasia, e cosa dire di Sean Penn, che in camper ci ha persino vissuto. Ne ride, si chiede come mai, lo racconta agli amici che gli dicono che gli si dev’esser sballato l’algoritmo, può capitare, anche a loro è successo tante volte, tuttavia dentro il vostro partner stanziale l’ipotesi di comprare un camper comincia a farsi largo, a sembrare sensata, persino irrinunciabile. “Amore, ma cosa ne diresti di comprare un camper?”, gli dite poi voi una sera. Che splendida coincidenza, pensa quello o quella, mentre vi dice di sì, amore, ma certo, andiamo subito, prendiamolo anche su Amazon, che bello, proprio come in quel film di Virzì, ma noi avremo il lieto fine. Capite? Mesi a firmare gdpr e ora questo. Sul Financial Times hanno scritto, con toni piuttosto allarmati, che si tratta di “pacchetti progettati essenzialmente per cambiare le abitudini di una persona”, disponibili sul mercato statunitense dall’inizio dell’anno e già molto amati. Ce n’è una serie molto variegata: quello per far smettere tuo marito di fumare, quello per convincere tuo padre a comprarti un cane, quello per convincere il tuo migliore amico (o il tuo peggior nemico) a licenziarsi da quel lavoro che non fa per lui (magari perché fa per te). Tutti nobili obiettivi. “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, diceva Gandhi, ma perché affaticarsi tanto se con soli 29 dollari puoi indurre il cambiamento che desideri, se non nel mondo, almeno nel prossimo tuo? Elliot Shefler, responsabile del marketing di The Spinner ha detto al FT che i pacchetti più richiesti sono quelli per convincere le donne a fare sesso: hai voglia a emanare leggi sul consenso informato e multe per una pacca sul culo, i signori maschi ci potrebbero fregare un’altra volta e dribblare tutto il #metoo con qualche cookie sapiente. Che disdetta. E quanto raccapriccio. Ma questo mesmerismo virtuale, questo plagio degli altri è legale? Il nodo è da sciogliere, ma fintanto che si trova il pettine adatto passerà molto tempo. The Spinner ha un accesso pressoché totale ai dati dei suoi clienti, per profilarli, e nessuno controlla l’uso che ne fa, anche perché nessuno ancora sa con esattezza chi ci sia dietro. Non sono noti i nomi dei fondatori del sito, ma Shefler sostiene che faccia parte di un’agenzia più grande, che lavora da molto tempo per offrire contenuti a utenti mirati, invogliandoli all’acquisto di determinati marchi.

 

Credevamo che dopo Cambridge Analytica ci saremmo dati tutti una calmata, a costo di fare passare in rassegna le nostre abitudini virtuali a un dipartimento dell’Fbi. E invece, a riprova del fatto che la privacy piace solo a chi ce l’ha, ovvero nessuno, dovremo cominciare a domandarci se il manifesto del concerto di Calcutta, che schifiamo a differenza di tutti i nostri amici, ce lo siano venuti ad attaccare sotto casa loro, un gruppo di spinner o la decaduta, deceduta casualità. Scippateci la privacy, ma lasciateci il destino.

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