La quota 100 del mattone italiano

Maurizio Sgroi

I redditi stagnanti congelano i prezzi delle abitazioni

Dopo aver viaggiato per un decennio assai incerto su quote più elevate, il mattone italiano si è incagliato nella sua personalissima quota 100, che misura il livello reale dei prezzi con l’indice all’anno 2015, che poi è lo stesso livello nominale di dieci anni prima. Detto in altro modo, e al netto delle approssimazioni statistiche, gli immobili italiani vivono nel limbo dei prezzi congelati, dove le pretese insostenibili dei proprietari si scontrano con i redditi improbabili degli acquirenti. Bankitalia, nella sua relazione annuale, ci dice che nel 2016 i redditi equivalenti delle famiglie, in termini reali, pur segnando una crescita rispetto al passato, erano ancora il 10,9 per cento in meno rispetto al 2006. Diventa perciò esercizio di puro equilibrismo sostenere i prezzi di quell’anno con i redditi di oggi, pure al netto degli sconti. La ripresa delle compravendite avviene a discapito dei prezzi, evidentemente. Quota 100 non è soltanto un indice. E’ la fine di una storia che non trova un nuovo inizio.