La Corea nella testa e la Francia nel cuore

La differenza fra teoria e pratica nelle pensioni italiane

Maurizio Sgroi

Non so se mi impressionano più i coreani, che potrebbero andare in pensione poco dopo i 60 e invece rimangono al lavoro anche dopo i 70, o i francesi, che dovrebbero andarci un po’ prima dei 65 e invece riescono a scappare dal lavoro sul filo dei 60. Nel dubbio mi concentro su noi italiani, che secondo Ocse avremo l’età teorica di pensionamento più elevata dell’area dopo la Danimarca, talché un giovane nato nel 1996 andrà in pensione a 71,2 anni. E tuttavia, sempre secondo Ocse, abbiamo al contempo un dei gap più elevati fra l’età teorica di pensionamento e quella effettiva. Sia gli uomini che le donne la anticipano in media di oltre quattro anni. E anche le recenti modifiche discusse nell’attuale legge di bilancio confermano l’andazzo. Allora comprendo che noi italiani abbiamo la Corea nella testa e la Francia nel cuore. E al cuore non si comanda, com’è noto. Soprattutto qui da noi.