La base aerea di Sigonella in una foto d'archivio (Wikipedia)

Editoriali

La reazione all'alternanza scuola-lavoro nella base Nato è un po' ridicola

Redazione

Diverse istituti tecnici siciliani con indirizzo aeronautico hanno firmato un protocollo di intesa per svolgere un apprendistato nella base aerea di Sigonella. Alcune associazioni hanno protestato: un altro esempio dell’antimilitarismo da operetta

Diversi istituti tecnici siciliani con indirizzo aeronautico hanno firmato un protocollo di intesa con l’Aeronautica militare per periodi di alternanza scuola-lavoro da svolgere nella base aerea di Sigonella. Sembrerebbe del tutto normale che chi studia professioni aeronautiche si addestri praticamente alla manutenzione e alla riparazione di velivoli moderni come quelli della base Nato di Sigonella, sembra anzi un esempio di formazione qualificata particolarmente utile in una regione del Mezzogiorno dove scarseggiano le occasioni di impiego a elevato contenuto professionale. Invece una serie di associazioni ha protestato contro la “militarizzazione” della scuola, contro “l’alternanza scuola-caserma”. L’Arci siciliana, per esempio, scrive che “non è pensabile che la scuola che deve caratterizzarsi come luogo di costruzione di pace, di rispetto della Costituzione, di educazione alla cittadinanza, individui un ambiente di morte come sito privilegiato per avvicinare i giovani degli ultimi anni delle scuole superiori al mondo del lavoro”.

 

Non si sa che Costituzione abbiano letto all’Arci, ma in quella vigente c’è l’obbligo di difendere la patria anche con le armi, l’Esercito è perfettamente costituzionale così come i trattati internazionali liberamente sottoscritti. Peraltro le competenze tecniche acquisite nelle strutture di Sigonella possono essere poi impiegate anche nell’aviazione civile. Il fanatismo di un antimilitarismo da operetta, come quello espresso da queste associazioni siciliane, non meriterebbe neppure un commento se non fosse un elemento che tende a costruire un senso comune secondo il quale la via per assicurare la pace è la rinuncia al diritto e al dovere della difesa. Cioè il cedimento preventivo a ogni aggressione e a ogni violenza, disastri che solo un equilibrata organizzazione multilaterale della difesa può scongiurare.

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