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Editoriali

I due casi di ipotermia a Palermo svelano il vizietto denigratorio dei giornali sulla scuola

Redazione

La logica dell’allarmismo è un modo dannoso, incline al populismo, per parlare dell'istruzione e dei suoi problemi

Nessuno ha ovviamente intenzione di fare del negazionismo climatico – anzi, per meglio dire, in questo caso si tratterebbe di negazionismo meteorologico – a proposito di due vicende palermitane: prima una bambina delle scuole elementari che si è sentita male per un principio di ipotermia a scuola, dove non funzionava il riscaldamento e poi una studentessa universitaria, cardiopatica, che ha vissuto la stessa situazione, anche in questo caso con necessità di ricovero per un controllo al Pronto soccorso.

Fa freddo, e negli edifici pubblici il riscaldamento non può essere un optional. Sono cose che non dovrebbero succedere mai, e le amministrazioni locali o statali cui spetta il controllo degli edifici non possono nascondersi dietro la scusa delle cronicità, “caldaie guaste, impianti da sostituire e mancanza di manutenzione”. Però, poiché fortunatamente i casi di scuole che restano al freddo sono sporadici, si può sottolineare un’altra cosa: l’atteggiamento allarmistico dei mezzi di informazione – va anche detto che nell’aula universitaria la temperatura era di 14 gradi, non proprio lo zero termico – più che contribuire a risolvere i problemi, inquadrandoli con realismo, dimostra come sulla scuola prevalga sempre un pregiudizio lamentatorio, propenso a denunciare disastri generalizzati e irrisolvibili laddove esistono invece disastri circoscritti e il più delle volte sanabili.

 

Un atteggiamento che produce titoli, su testate nazionali, come questo: “Scuola, da Nord a Sud fa troppo freddo nelle aule, le proteste si moltiplicano”, e sembra di essere di fronte alle manifestazioni di milioni di persone in Francia. Ma non è così. Come non è così quando si parla di “classi pollaio”, di personale che manca, di precari “deportati” a centinaia di chilometri per ottenere una cattedra, di bullismo che la fa da padrone, di metodi vessatori eccetera. La logica dell’allarmismo è un modo dannoso, incline al populismo, per parlare della scuola e dei suoi problemi. Appuntamento al prossimo allarme che non lo era.