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Diario di scuola

I consigli di lettura di un professore ai suoi studenti

Marco Lodoli

Dai romanzi della letteratura italiana del '900 alle raccolte di racconti, fino ad arrivare a Murakami. I consigli per l'estate ai ragazzi che hanno vogliono prose agili e avvincenti

Prima degli ultimi saluti e degli auguri di buone vacanze, c’è sempre qualche studente che si avvicina e quasi timoroso mi domanda: “Ma se mi venisse voglia di leggere qualcosa, quest’estate, cosa mi consiglia professore? Oh, mi raccomando, nessuna mattonata, libri belli ma brevi, che posso leggere in due tre quattro giorni, perché quelli troppo lunghi mi mettono soggezione, penso che non ce la farò mai e lascio perdere subito…”.

Ha ragione: quando si è giovani lettori, dà soddisfazione arrivare fino in fondo a un romanzo, poter dire "l’ho finito, ce l’ho fatta, e adesso magari ne leggo pure un altro". Servono libri rapidi, avvincenti, dove ci sia pensiero, sentimento, stile, ma anche avventura, sorprese, accelerazioni. Poche descrizioni e molti fatti, poche trivellazioni psichiche e molto ritmo. Spesso i professori suggeriscono libri tipo “Il fu Mattia Pascal” o “La coscienza di Zeno” o addirittura “La montagna incantata” e “Il castello”: capolavori indiscutibili, ma anche macigni che il giovane lettore abbandona a pagina quindici. E allora prendo un foglietto di carta, la Bic e scrivo qualche titolo, indicando libri che forse possono appassionare un diciassettenne, classici ma anche opere abbastanza recenti.

Cominciamo con qualche libro di racconti, storie di poche pagine che restano per sempre nella memoria. Prima tre autori stranieri: Hemingway, Cechov, Mansfield. Tra i “Quarantanove racconti” ci sono perle che rotolano, rimbalzano, scintillano e sorprendono, “Le nevi del Kilimangiaro”, “Un posto pulito, illuminato bene”, “I killer”, testi perfetti, che partono dalla realtà e vanno oltre grazie a uno scarto improvviso, quei lampi che accendono la mente in un attimo. Amo moltissimo anche Katherine Mansfield, scrittrice neozelandese morta giovane, capace di scrivere racconti in cui la realtà rivela improvvisamente la sua dimensione metafisica: penso soprattutto a “Garden Party”, a mio modestissimo avviso il più bel racconto del Novecento. Quando l’ho letto da ragazzo ho capito perfettamente cos’è quell’unità degli opposti di cui spesso ragionano in modo astratto i filosofi.

E poi Cechov, malinconico e lieve come una sonata in re minore, più tasti neri che bianchi, più sospiri che slanci felici, ma straordinario nel descrivere gli slittamenti progressivi del destino, la sua molle inevitabilità. “Leggiti almeno ‘Il Monaco nero’, il ‘Reparto numero 6’… formidabili!”. Ma anche tra gli italiani ci sono scrittori di racconti che possono affascinare un adolescente: “Ecco, ti scrivo i nomi e i libri, i ‘Racconti romani’ di Moravia, ‘La boutique del mistero’ di Buzzati, e anche ‘Bar Sport’ di Stefano Benni, perché è bello anche leggere e farsi due risate.”

E poi qualche romanzo breve, nella letteratura mitteleuropea ce ne sono parecchi indimenticabili, te ne consiglio almeno tre: “La novella degli scacchi” di Stefan Zweig, “Gioco all’alba” di Arthur Schnitzler e “Il barone Bagge" di Lernet-Holenia e non ti allarmare per i nomi difficili, i libri sono semplici e straordinari”. Il ragazzo esita, ma ascolta, e poi domanda: “E qualche autore italiano contemporaneo? Niente di troppo pesante, mi raccomando…”. Ci penso un po’ e poi aggiungo sul foglietto alcuni titoli. “Allora, secondo me un libro rapido e incalzante che racconta molto bene l’ansia della nostra società competitiva e feroce è ‘Il dipendente’ di Sebastiano Nata, poi ti consiglio di leggere ‘I cani del nulla’ di Emanuele Trevi, un libro che entra nel complicato rapporto tra uomo e cane e partendo da lì ragiona sul senso ultimo delle cose, e poi ti consiglio due libri di racconti molto belli, ‘Staccando l’ombra da terra’ di Daniele Del Giudice e ‘Questo è il giardino’ di Giulio Mozzi. Non sono tutti autori famosissimi, ma fidati di me, questi libri ti piaceranno”. Il ragazzo annuisce, convinto e non convinto. “A me piacciono i manga”, dice. “Be’, se ti piace quel mondo sospeso tra favola e realtà, allora devi leggere assolutamente due romanzi di Haruki Murakami, “Kafka sulla spiaggia” e “Norvegian wood”, hanno conquistato pure i miei figli, che come te non sono certo dei grandi lettori. In testa mi si affollano tanti altri titoli, ma per adesso basta così. Il troppo porta al niente. Questi vanno bene. “Leggili, e poi mi dici”. “E uno suo, professore?” e mi sorride. “Dai, non fare il ruffiano, leggi questi, sono molto meglio dei miei”.  

 

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