editoriali
Isolare i sabotatori della scuola
Il silenzio complice della società civile sulle oscenità dei sindacati nì vax
Se c’è una priorità nazionale, forse la priorità nazionale, è la riapertura delle scuole in presenza e in sicurezza. Ripristinare il diritto all’istruzione (che fino a una certa età è anche un obbligo) è il compito più importante dello stato e della società. La pandemia ha già fatto perdere un anno di insegnamento e di apprendimento e, ora che le condizioni epidemiologiche lo consentono, non si può replicare questo disastro. Ci sono problemi da risolvere, ma bisogna distinguere tra quelli reali, come l’inadeguatezza dei trasporti, e quelli inventati per sostenere rivendicazioni corporative, come tutte le insormontabili difficoltà che secondo varie rappresentanze dovrebbero rendere impossibile il controllo, che invece si può effettuare agevolmente anche per via informatica. Il personale scolastico, nella sua immensa maggioranza, intende collaborare, la minoranza riottosa o nostalgica della comodità della didattica a distanza, deve essere ricondotta alla ragione. Con le buone o con le cattive.
Se i sindacati insistono in atteggiamenti incomprensibili si agisca per legge. Si dirà che sono leggi eccezionali, ma è la situazione che è eccezionale e lo richiede. La formazione e l’istruzione dei giovani sono i principali strumenti di crescita civile sociale ed economica, vanno perfezionate e migliorate, sicuramente non può essere interrotta. E’ un compito che spetta al governo per quel che riguarda le decisioni normative che debbono essere adottate urgentemente e senza timidezze, ma anche alla società nel suo insieme. Se questa famosa società civile di cui si parla spesso a sproposito esiste davvero questo è il momento che si faccia sentire, isolando i sabotatori della scuola e facendo comprendere a tutti il valore essenziale della priorità scolastica, mai come in questo momento indispensabile.