La notte prima dell'altro esame
Cosa può insegnare ai maturandi la pazza fuga dal concorso brunettiano
A 15 anni dal film di Fausto Brizzi con Nicolas Vaporidis e a 37 dal brano di Antonello Venditti, la notte prima degli esami di maturità continua a essere celebrata da tv e media rivolgendo ai ragazzi domande degne della preparazione a un plotone di esecuzione, tra imbarazzo dei maturandi e autocompiacimento delle celebrità, attori, scrittori, quest’anno magari virologi, cui la fatale domanda (“Come ricorda la sua notte prima degli esami?”) viene rivolta subito dopo. Un po’ di ritualità gozzanina, le buone cose di pessimo gusto, va bene ma perché, per dire, non accompagnare una volta questi servizi con domande su cosa si vorrebbe fare all’università o nella vita, sull’orientamento riguardo al lavoro, sulla corrispondenza tra questo e le offerte del mercato pubblico e privato?
Quest’anno poi la notte prima degli esami segue il giorno prima del concorso: la decisione di non presentarsi da parte di un ammesso su tre al test del ministero della Pubblica amministrazione per assumere 2.800 tecnici specializzati al Sud, con profili che, a naso, possono garantire un buon futuro, e una buona retribuzione, anche nel privato. Il concorso si ripeterà per il migliaio di posizioni rimaste scoperte, ma senza preselezione dei titoli. Sarà il solito “concorsone” con 70 mila candidati. Vogliono questo i giovani del Sud? E perché? Perché non era garantito il posto fisso, perché 40 domande in un’ora sono troppe, perché è meglio il reddito di cittadinanza e magari qualche impiego in nero? La domanda è stata rivolta ai soliti esperti adulti, con le solite risposte: manca la formazione, troppe “logiche di mercato”, assuefazione all’assistenzialismo. Nessuno che vada a chiedere a quei quasi coetanei della notte prima degli esami perché rinunciano a un lavoro specializzato che per la prima volta lo stato offre chiedendo solo di vedere se si è in grado. Forse le due narrazioni sono conseguenza una dell’altra. Una retorica deleteria in primo luogo per i ragazzi.