Il 19 gennaio 2021 Matteo Renzi apriva la crisi di governo ritirando le sue ministre. Nell’intervento in Senato, Renzi elencava le ragioni che a suo dire lo hanno portato a una decisione drammatica, presa in piena pandemia e con il Recovery Plan praticamente da scrivere, citando, tra molte altre cose, anche la mancata implementazione del Piano Amaldi per la ricerca scientifica. Il Piano Amaldi per la ricerca è stato oggetto di attenzione pubblica e mediatica per buona parte dello scorso anno. La lettera aperta indirizzata al governo ha raccolto più di 33mila firme, quasi tutte di comuni cittadini che hanno compreso l’importanza dell’investimento in ricerca, non solo come avanzamento della conoscenza ma anche come motore dell’economia. Il Piano Amaldi chiede infatti il raddoppio degli investimenti pubblici a partire dall’anno in corso per arrivare all’1% del Pil in sei anni, mantenendo il rapporto 2:1 tra ricerca di base e applicata: a oggi investiamo solo lo 0.5% del Pil, ossia 9 miliardi di euro, mentre la Francia spende lo 0.8% e Germania è già all’1% del Pil (30 miliardi).
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