Maria Rita Gismondo

Urgenza di quarantene mediatiche

Redazione

Meno Gismondo, più Burioni. Minimizzare significa favorire il virus

Nell’ultima uscita, intervistata su La7, la responsabile del laboratorio dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, ha dichiarato che il coronavirus “sta circolando tantissimo”, ma questo da un lato “ci tranquillizza sul fatto che non è un virus che uccide così tanto: uccide la sanità, non uccide tanto la gente”. Il ragionamento, che più che altro è un sofisma, non cambia nulla nella sostanza: perché uccidere la sanità vuol dire far morire la gente. Nel senso che la mortalità in generale, e la letalità del virus in particolare, dipendono proprio dalla salute della sanità. E’ dall’inizio dell’epidemia che la dottoressa Gismondo diffonde attraverso i media messaggi “tranquillizzanti” che sminuiscono la pericolosità di questo virus.

 

Non a caso è divenuta celebre, nelle prime fasi dell’emergenza, per aver affermato che l’epidemia è “appena più seria di un’influenza”: “A me sembra una follia. Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale. Non è così. Guardate i numeri. Non è pandemia! Durante la scorsa settimana la mortalità per influenza è stata di 217 decessi al giorno! Per coronavirus 1!”. E ha aggiunto: “Questa follia farà molto male, soprattutto dal punto di vista economico”. Poi ha dichiarato che “di malati per coronavirus ne abbiamo pochissimi, se ne contano su metà delle dita di una mano, tutti gli altri sono immunodepressi che avrebbero una complicanza anche da influenza”. Abbiamo purtroppo visto qual è la situazione reale. L’opposto di ciò che diceva la Gismondo: è una pandemia, è molto molto più seria di un’influenza, e i danni economici saranno ingenti proprio perché in una certa misura si è sottovalutato il virus. Il virologo Roberto Burioni ha sin dall’inizio criticato le affermazioni della Gismondo perché sminuivano il reale pericolo del Covid-19, forse l’ha fatto con un linguaggio poco elegante, ma aveva ragione. Tutti apprezziamo il lavoro sanitario della dottoressa Gismondo, ma la sua esposizione mediatica può essere controproducente se i suoi messaggi disorientano i cittadini rispetto alle misure radicali messe in atto dal governo.