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Gli scienziati vanno valutati per la competenza, non per le simpatie politiche

Gilberto Corbellini

La schedatura grillina degli accademici in base all’orientamento politico è inquietante per i danni che può fare

Dilettanti allo sbaraglio. Non si può che commentare così la vicenda delle singolari schedature a carico dei componenti del decaduto Consiglio superiori di sanità (Css), fatte circolare da colleghi di partito (M5s) della ministra della Salute Giulia Grillo. Qualunque fosse, e non è chiaro quale fosse, lo scopo della raccolta di informazioni, chi l’ha fatta o l’ha ordinata ha idee davvero preoccupanti su come si raccolgono informazioni pertinenti su dei tecnici e soprattutto su quali informazioni sono da considerarsi utili.

 

Le prerogative della ministra Grillo non sono in discussione. Aveva il diritto di azzerare il Css, anche se trattandosi di un organo consultivo tale scelta avrebbe dovuto essere motivata con argomenti tecnici. A questo punto, alla luce del modo improvvisato di raccogliere le informazioni – che la ministra definisce “pubbliche”, come se solo quello che si scarica da internet fosse pubblico e così ci si risparmia di fare indagini più intelligenti – può aver ragione chi pensa che le motivazioni per mandare a casa i componenti in carica fosse politica. Se è così, però, attenzione perché la Sanità è un nodo delicato e ci vuole davvero poco a far precipitare un sistema sanitario che è tra i primi tre o quattro al mondo, al livello di quello di un paese in via di sviluppo. 

 

L’Italia ha sempre avuto, al di là del colore dei governi, un solido ed efficace apporto di competenze mediche, che sono neutrali, alla politica. Come è possibile per un ministro politico capire i problemi e le soluzioni per la Sanità se non usa le migliori risorse del paese, i migliori medici, anche se qualcuna di queste persone ha operato Berlusconi o è stata sostenuta da Renzi? Un chirurgo, un patologo, un endocrinologo, un epidemiologo, un genetista che sono chiamati a servire in un consiglio tecnico devono essere prima di tutto i migliori che il paese ha a disposizione. Perché la scienza medica non ha un colore politico, e chi invece crede che lo abbia è un esaltato pericoloso per noi tutti.

 
La ministra dovrebbe eccome raccogliere informazioni sui suoi consulenti, ma non del genere che pare le interessino. Bensì quelle relative alla produzione scientifica e alla reputazione internazionale dei medici che sono presenti o sono nominati nel Css. Nel mondo civile funziona così. Ma soprattutto ha funzionato così anche in Italia fino a pochi mesi fa. E i risultati si sono visti. Pensa la ministra che di fronte alla tragedia che si sta consumando a Brescia, dove stanno morendo dei neonati senza che sia chiara la causa, il miglior criterio per scegliere un tecnico al quale affidare una commissione di studio sia di sapere se è vicino al centrodestra o al centrosinistra, o invece sapere che è il massimo esperto al mondo di infezioni nosocomiali dei bambini?
Ci pensi la signora ministra, dato che ha comunque una laurea in Medicina. E dovrebbe arrivarci anche da sola a capire i rischi che stiamo tutti correndo.

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