La notizia della vita su Marte è fortemente esagerata

Il Rover Curiosity della Nasa ha scoperto materiale organico in un sedimento della superficie marziana. Ma probabilmente la missione che ci darà una risposta “quasi” definitiva sarà ExoMars, lancio stimato nel 2021

Paolo Galati

Chiamatemi sognatore, chiamatemi romantico ma non chiamatemi quando pubblicano l’ennesimo articolo sulle tracce di vita su Marte. Questa settimana sono apparsi su Science due articoli che si basano su dati raccolti dall’ultimo Rover Curiosity, il veicolo da esplorazione spaziale che è in missione dal 2012. Curiosity ha in dotazione molti sistemi di analisi e una piccolissima trivella che può scavare fino a 5 cm di profondità per analizzare campioni di sottosuolo. Uno degli articoli riporta la scoperta di materiale organico – in un ottimo stato di conservazione – in un sedimento della superficie marziana: la traccia potrebbe essere un frammento di molecole organiche più grandi (come accade per esempio sulla Terra per il petrolio o il gas naturale).

  

Se quasi in superficie è presente della materia organica “ben conservata” ci si aspetta di trovarne altra più interessante a profondità maggiori. Quindi? Falso allarme. Probabilmente la missione che ci darà una risposta “quasi” definitiva sarà la missione ExoMars (lancio stimato nel 2021) che con una mega trivella potrà raggiungere la profondità di 2 metri, profondità che è difficilmente raggiungibile dai raggi UV o da altre intense radiazioni solari/galattiche. E già signori della giuria, più si va in profondità e più il materiale organico dovrebbe trovarsi con le informazioni “ben conservate”. Mentre sappiamo con certezza che in passato Marte sia stato un pianeta abitabile con condizioni simili a quelle terrestri, stiamo assistendo (da anni) a quanto risulti costoso e complicato scoprire se ci sia mai stata qualche forma di vita. Anche solo a livello unicellulare, perché non si butta via nulla: per carità, ci sono già molti indizi, anzi a dirla tutta credo personalmente siano sufficienti per non andarci proprio e puntare sui satelliti di Giove, per esempio il satellite Europa. Suona anche meglio, pensate che titolone: “Tracce di vita su Europa e spread in salita”.

   

Il secondo articolo si basa sulla quantità di metano presente nell’atmosfera marziana e sulla sua dipendenza da possibili meccanismi non biologici (come il riscaldamento delle rocce o il parziale scioglimento delle calotte polari), in particolare sembra che alcune variazioni dipendano dalle stagioni marziane. Va detto come gli autori degli articoli gettino acqua sulle fiammate di entusiasmo che inesorabilmente si accendono quando si parla di tracce.

    
Adesso basta dai, basta puttanate, vogliamo la verità. Anche perché ci sono più tracce di vita su Marte che sulla Terra.

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