Ogm, il governo usa la logica anti vaccini

Redazione

Con il No dell’Italia al mais geneticamente modificato l'"uno vale uno" prevale sui Nobel

Sugli Ogm il governo italiano procede ancora una volta alla grillina: i ministri della Salute Lorenzin, delle Politiche agricole Martina e dell’Ambiente Galletti hanno deciso, in sede di Comitato d’Appello europeo, di votare contro l’autorizzazione a tre varietà di mais geneticamente modificato. Ancora una volta il populismo ambientalista e le fobie ingiustificate derivanti da ricerche taroccate hanno vinto sul buon senso, sulla libertà di ricerca e d’impresa e sulle evidenze scientifiche. Che gli anti vaccinisti abbiano trovato nel Movimento 5 stelle il proprio partito di rappresentanza non sorprende. Fortunatamente all’assurdità anti vax si sta opponendo un fronte compatto e autorevole, che nelle istituzioni e nel Parlamento è guidato dalle forze che però quando si tratta di Ogm si comportano con la stessa logica degli anti vaccinisti.

 

 

Esattamente una settimana fa, intervistata dal Foglio, la Lorenzin diceva che sui vaccini e in generale sulla scienza è in atto “uno scontro ideologico”, che “c’è chi pensa che la parola di un blog valga quanto quella di un Nobel”, e che “il metodo scientifico non è democratico”, perché “nella scienza non è vero che ‘uno vale uno’”. Parole sante. Non si capisce perché, però, questo ragionamento non valga quando i premi Nobel sono un centinaio. A giugno 2016, infatti, 109 medici, fisici, chimici ed economisti insigniti del Nobel hanno firmato una lettera aperta a Greenpeace, chiedendole di smetterla di fare opposizione ideologica alle coltivazioni geneticamente modificate, che “salvano centinaia di milioni di vite in tutto il mondo”. Con la scelta di dire no agli Ogm, il governo non solo nel merito ha preso una decisione dannosa per il paese, ma ha commesso un grave errore di metodo piegando le evidenze della scienza alla demagogia da blog dell’ “uno vale uno”. Non a caso, tra i più entusiasti per la decisione del governo ci sono i grillini dell’ambientalismo di Greenpeace.

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