cattivi scienziati

Oh, no! Le multinazionali dei vaccini lanciano le cure anti Covid. Caos fra i complottisti

Enrico Bucci

Dopo averle per lungo tempo opposte come alternativa al vaccino, le case farmaceutiche mettono in commercio anche le terapie domiciliare contro il Covid-19. Viaggio nella mente di un no vax che si trova ad apprendere la notizia

Mi pare di vederlo, il flusso di pensiero nella testa di qualcuno di quelli che si sono scatenati a supporto di immaginarie terapie domiciliari, contro il grande business dei vaccini che le avrebbe tenute nascoste. Un flusso fatto pressappoco così.

 

Maledetta Big Pharma. Uno non può costruire in pace una sua visione del mondo cospirazionista, che subito pensano a distruggerla. C’erano voluti mesi per stabilire un concetto di base, per reclutare centinaia di migliaia di follower, persino centinaia di medici: nascondono le cure, perché devono vendere i vaccini. Invece di farci curare a casa con una semplice pillolina e qualche integratore, ci dicono che non funziona nulla, per costringerci al vaccino o marchiarci col green pass. E via nelle piazze, nelle chat, sui social: certo qualcuno di cure domiciliari ci moriva, ma in realtà i morti di Covid c’erano perché non erano curati, anzi no, non erano nemmeno morti di Covid, oppure sì, non so, boh.

 

Una cosa però era sicura: tutto, alla fine, doveva far quadrare i conti del grande business vaccinale. Dunque, cure negate, ricerca soppressa, molecole nei cassetti, e via di vaccino, uno, due, tre richiami e mercato alle stelle. Funziona, no? E’ una teoria perfetta, non è smentibile, si autodimostra. E proprio quando cominciava ad attirare gente e qualche gruzzoletto grazie alle guarigioni a casa con lattoferrina, integratori, ivermectina e tutte le fantastiche terapie che si nascondono nei bassifondi social, cosa si inventa il grande vecchio di Big Pharma? Ti fa uscire un antivirale così, dal nulla, Molnupiravir, prodotto da Merck Sharp and Dohme.

 

Ecco non proprio dal nulla, ché se ne parlava da mesi; ma se ne parlava, parole, parole, e non usciva niente, si poteva star tranquilli che era un bluff. E invece eccola qui, la pillolina, uscita da studi clinici veri e da Big Pharma, mica da YouTube. L’ha fatta la Merck Sharp and Dohme. Vabbè, ma loro non fanno vaccini. Ecco, sono rimasti indietro nel business, per questo e solo per questo rincorrono gli altri con il loro farmaco, adesso pure approvato in Inghilterra. Funziona lo stesso, la teoria regge, il complotto resiste, il mondo gira così: vaccinisti contro i farmaci di chi i vaccini non li è riusciti a fare in tempo. Pazienza che è il mercato, sempre l’odiato mercato: alla fine si può pure sopportare che una pillola, prima o poi, venga da chi non vuol restare a secco nel grande business. Magari la mettiamo nel protocollo e scendiamo nelle piazze a protestare, perché Aifa non l’ha ancora autorizzata.

 

E invece no. Pure Pfizer, adesso. Invece di stare tranquilli con i loro maledetti vaccini, non ti vanno ad annunciare per ripicca i dati ad interim della fase tre del loro inibitore di proteasi, Paxlovid (prima detto PF-07321332+ritonavir)? E ti dicono pure che diminuisce le ospedalizzazioni dell’89 per cento! Certo, certo, ancora sono solo le parole dell’azienda, vedremo poi i dati: ma adesso come si fa? Come si fa a dire che chi produce il vaccino non vuole la pillola, se cerca di vendercela persino prima di aver pubblicato i dati? Qui ci vuole un’idea, sennò crolla tutto. Qualcosa bisognerà inventarla, no? Mica potremo abbandonare le piazze e i social così, suvvia, un po’ di fantasia e di logica, la colpa deve essere sempre loro! Trovato! La pillola è stata fatta adesso, perché avevamo ragione e si sono accorti che i vaccini non funzionano, anzi sono velenosi. La pillola funziona solo per i non vaccinati. Oppure esistono due Pfizer: una fa i vaccini, e l’altra risponde con la pillola per non restare fuori mercato. Insomma, salvate il complottista Ryan!

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