IL FOGLIO SALUTE

Un'iniezione di risorse per la sanità

Umberto Restelli*

Il Fondo nazionale cresce dell’1,8 per cento rispetto al 2020. E dall’Europa sono attesi 20 miliardi grazie al Pnrr. Da Roma a Bruxelles, ecco quanto arriverà nel 2021

La Conferenza permanente per i rapporti tra lo stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ha sancito il riparto del Fondo sanitario nazionale (Fsn) per l’anno 2021 in data 4 agosto. Il livello del Fsn è stato fissato in 122,1 miliardi (al lordo del Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto di farmaci innovativi, 164 milioni; e del Fondo per il concorso al rimborso alle regioni per l’acquisto di medicinali oncologici innovativi, 500 milioni), di cui 116,3 miliardi destinati al finanziamento indistinto dei livelli essenziali di assistenza (Lea); 2,2 miliardi vincolati ad attività quali il rafforzamento dei Dipartimenti di salute mentale, il rafforzamento del Piano nazionale antimicrobico, il potenziamento del Servizio sanitario regionale della regione Calabria, la remunerazione aggiuntiva delle farmacie per il rimborso dell’erogazione di farmaci contro le malattie infettive emergenti, lo screening per Epatite C a tossicodipendenti e detenuti; 1,8 miliardi per interventi normativi adottati per l’emergenza sanitaria; 0,8 miliardi vincolati per altri enti; 0,4 miliardi di accantonamenti. Il Fsn è stato quindi incrementato dell’1,8 per cento rispetto all’anno 2020 e la quota di finanziamento indistinta vede un incremento annuo del 2,7 per cento, a fronte di un decremento della popolazione residente tra il primo gennaio 2020 e il primo gennaio 2021 pari a - 384.000 soggetti (-0,6 per cento).
 

E’ inoltre necessario considerare come a queste risorse debbano essere aggiunti i fondi correlati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), destinati all’Italia, pari a 191,5 miliardi (di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni). La quota destinata alla Missione 6 - Salute è pari a 15,6 miliardi (8,2 per cento dell’importo totale del Pnrr), che arrivano a 20,2 miliardi considerando i fondi aggiuntivi derivanti da “React Eu” (Pacchetto di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa) e dal fondo complementare. La Missione 6 è articolata in due componenti: “Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” e “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale”. Gli obiettivi sono: diminuire le disparità di erogazione dei servizi di prevenzione e assistenza sul territorio nazionale; migliorare l’integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali; ridurre i tempi di attesa correlati all’erogazione di alcune prestazioni sanitarie; identificare e realizzare sinergie “nella definizione delle strategie di risposta ai rischi ambientali, climatici e sanitari”. In relazione alle due componenti della Missione 6, i 7 miliardi legati alla riforma “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e rete nazionale della salute, ambiente e clima” si articolano in 3 investimenti: a) l’implementazione di Case della comunità al fine di potenziare i servizi erogati a livello territoriale (con un investimento di 2 miliardi); b) il potenziamento dei servizi domiciliari e della telemedicina (con un investimento di 4 miliardi); e c) il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia (con un investimento di 1 miliardo). La seconda componente, con un finanziamento pari a 8,6 miliardi, è legata ad “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale”. In particolare, l’ambito di intervento prevede una riorganizzazione della rete degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, attraverso l’aggiornamento tecnologico e digitale, in termini di: a) ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero (4,1 miliardi); b) adeguamenti strutturali per aumentare la sicurezza (1,6 miliardi); c) favorire la diffusione e potenziare il Fascicolo sanitario elettronico, e rafforzare il Nuovo sistema informativo sanitario (Nsis) (1,7 miliardi); e attraverso interventi formativi, di ricerca e trasferimento tecnologico, per a) potenziare la ricerca biomedica a livello di capacità di risposta dei centri di eccellenza e trasferimento tecnologico tra ricerca e imprese (0,5 miliardi) e b) sviluppare le competenze del personale del sistema sanitario (0,7 miliardi).


Al termine di questo breve inquadramento delle risorse a disposizione del Servizio sanitario nazionale e, in chiave più allargata, del sistema sanitario, è necessario ricordare come il finanziamento del Servizio sanitario nazionale abbia avuto un trend di crescita, con un incremento superiore a 60 per cento negli ultimi 20 anni. A fronte di ciò, però, è importante sottolineare come i bisogni della popolazione, esplicitati in domanda, risultano essere crescenti, a causa di fattori quali l’invecchiamento della popolazione e l’incremento di soggetti affetti da patologie croniche, la disponibilità di nuove tecnologie per il trattamento e la gestione di patologie in passato non curabili o mortali (transizione epidemiologica). Questo ultimo elemento, correlato alla disponibilità di nuove tecnologie, spesso associata ad un incremento dei costi per la gestione dei pazienti, pongono in costante necessità di risorse il Servizio sanitario nazionale richiedendo investimenti crescenti, l’individuazione di sinergie e l’ottimizzazione dei processi.


*Centro sull’Economia e il Management nella Sanità e nel Sociale - LIUC Business School

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