ANSA/ANDREA FASANI  

Foglio salute

Farmacie già pronte per le terze dosi

Eva Massari

Racca (Federfarma Lombardia): “Così si agevolano i cittadini e si valorizza il primo presidio del Ssn”

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede il sostegno al Servizio sanitario nazionale anche attraverso il potenziamento delle farmacie territoriali, che nel tempo sono passate dall’essere intese principalmente come punto di ritiro dei farmaci a luoghi nei quali poter accedere a una molteplicità di servizi che semplificano la relazione del cittadino con la sanità. Di questo tema centrale nel dibattito pubblico parliamo con Annarosa Racca, presidente di Federfarma Lombardia.

 

Dottoressa Racca, il ruolo fondamentale delle farmacie sul territorio oggi è evidente a tutti, ma la loro rilevanza ha origini ben precedenti alla pandemia.

È vero, perché la farmacia è il primo presidio del Servizio Sanitario Nazionale, e quindi regionale, sul territorio, e negli anni ha avuto un’evoluzione continua. Lo si è visto non solo nella dispensazione dei farmaci, che è il primo ruolo che le si ascrive, ma con l’aggiunta progressiva di servizi al cittadino, come l’autoanalisi, la prenotazione degli esami, la telemedicina, l’autocertificazione, la prevenzione, gli screening sulla popolazione e ora l’esecuzione di tamponi e la somministrazione di vaccini.

 

In epoca Covid poi avete stampato le ricette per conto dei medici, limitando così gli spostamenti delle persone.

Sì. È stato fondamentale, soprattutto nella prima fase pandemica, far sì che i cittadini, e penso principalmente ai più fragili, agli anziani e ai cronici, uscissero di casa il meno possibile e solo per motivi strettamente necessari. Poter stampare le ricette ha consentito alle persone di recarsi direttamente alla farmacia per loro più comoda per il ritiro dei farmaci, saltando però il passaggio dal medico per il ritiro del cartaceo. In un momento in cui il virus circolava nel modo che abbiamo purtroppo conosciuto, e nel quale non si poteva andare negli ambulatori medici, si è trattato di un intervento importante e innovativo, nonché un segnale di vicinanza alla popolazione già di per sé provata. 

 

Avete certamente contribuito ad aiutare i cittadini nel superamento dell’emergenza.

Abbiamo compreso, già dalla prima fase pandemica, di essere un punto di riferimento per la popolazione che veniva in farmacia per l’acquisto di mascherine, gel, disinfettanti, e abbiamo capito quanto fosse importante spiegare accuratamente le corrette norme comportamentali per la gestione emergenziale. In un secondo momento poi ci siamo confrontati con la gestione dei tamponi e del green pass – e non è sempre stato semplice perché a tratti la comunicazione era molto confusa e occorreva che qualcuno spiegasse alle persone come agire – fino ad arrivare ad oggi, ovvero alla possibilità di eseguire le vaccinazioni antinfluenzali e contro il Covid in farmacia. La vaccinazione in farmacia è già realtà in molti paesi del mondo e anche in molti paesi europei vicino a noi: penso al Portogallo, al Regno Unito, alla Francia. Questo è un grande contributo che abbiamo dato e stiamo dando alla popolazione, che è provata dai lunghi mesi passati e per certi versi ancora impaurita e preoccupata.

 

In tema di vaccino Covid, immagino che voi farmacisti vi ritroviate a svolgere anche una funzione di ascolto e di supporto rispetto a chi è indeciso o ha dei timori.

Siamo certamente un punto di ascolto sul territorio. Non si tratta di dover convincere le persone, che rimangono libere di compiere le proprie scelte, ma di aiutarle a capire quanto possa essere importante questo vaccino anche ricordando come altri vaccini siano stati determinanti nei secoli in ambito di salute pubblica. Quella contro la poliomielite, per esempio, è stata una vaccinazione di massa che è servita a superare un’emergenza che avrebbe avuto esiti nefasti, e non si può non tenerne conto. Ci sono persone che non vogliono vaccinarsi non perché siano contrarie a prescindere, ma perché non hanno le informazioni necessarie, o semplicemente necessitano di un confronto. Il ruolo dei farmacisti in questo preciso momento è quello di essere un supporto al Servizio sanitario nazionale, e non solo nell’informare sul vaccino, ma anche nello stimolare alla ripresa della quotidianità delle visite.

 

Pensa che le persone abbiano ancora molta paura nel recarsi presso le strutture sanitarie?

Molta paura, e questo è un tema di cui si parla pochissimo. Anche in questo caso occorre essere di supporto e aiutare a recuperare fiducia non raccontando favole, ma semplicemente spiegando le norme di sicurezza che vengono applicate nelle strutture. 

 

Ci si avvicina alla terza dose del vaccino, e anche in questo caso avrete un ruolo fondamentale.

In Lombardia la campagna vaccinale anti Covid ha avuto un grande successo e ci si avvia a chiudere gli hub vaccinali. Contestualmente, intorno alla metà di ottobre, si partirà con la terza dose del vaccino e le farmacie entreranno in campo attivamente. In questo modo, con una corretta programmazione alla base, si agevoleranno i cittadini che immagino saranno ben contenti di recarsi in farmacia, magari accolti da professionisti che conoscono da anni e che li accompagneranno anche in questo nuovo momento. 

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