Il vaccino Johnson & Johnson (LaPresse) 

Editoriali

La prudenza irresponsabile sui vaccini

Redazione

La sospensione di J&J e le istituzioni paralizzate dal panico mediatico
 

La vicenda Johnson & Johnson, dopo il caso AstraZeneca, rappresenta alla perfezione l’impotenza delle istituzioni paralizzate dal panico mediatico che dovrebbero invece placare. Non esiste alcun atto ufficiale che abbia sospeso l’uso sul territorio italiano o europeo del vaccino monodose contro il Covid. Ciò che ha innestato il panico è stata la decisione dell’Fda americana di sospendere l’uso del vaccino per “abbondanza di cautela”, mentre studia la possibile correlazione  di 6 gravi eventi avversi su quasi 7 milioni di somministrazioni. La situazione negli Usa è molto diversa, visto che è stata vaccinata il doppio della popolazione rispetto all’Italia e che c’è una grande disponibilità di vaccini Pfizer e Moderna che non farà rallentare la campagna americana che marcia a un ritmo di 3 milioni di inoculazioni al giorno. Dagli Stati Uniti non arriva alcuna informazione scientifica nuova, visto che già diversi giorni fa l’Ema ha comunicato che sta valutando i rari eventi avversi sospetti sui dati americani.

 

Le nostre autorità sono ben consapevoli che il vaccino J&J non verrà bloccato, sarà al limite indicato un uso preferenziale per gli over 60 (come per AstraZeneca) che sono la popolazione più a rischio e quella che deve essere vaccinata ora. Eppure le 180 mila dosi appena arrivate di Johnson & Johnson sono in “stand by”, come ha detto il portavoce del Cts Silvio Brusaferro. Non c’è però alcun atto formale dell’Aifa che abbia sospeso il vaccino. L’Europa si accoda informalmente a una decisione presa dalla Fda. E accetta in silenzio la decisione unilaterale dell’azienda di ritardare le forniture sulla base della decisione di un ente americano. Invece di pretendere le consegne dovute e decidere in autonomia se sospendere o meno le vaccinazioni. Le istituzioni subiscono la paura accodandosi a decisioni prese altrove. Ma decidere di non vaccinare le persone anziane e fragili in un paese in cui muoiono 400 persone al giorno non è prudenza: è evitare di assumersi delle responsabilità.

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