Covid, la variante inglese del virus nell'87 per cento dei contagi in Italia

Una nuova indagine dell’Iss e del ministero della Salute con i laboratori regionali e la Fondazione Bruno Kessler mostra la prevalenza delle varianti di Sars-Cov-2. Il 4 per cento dei casi segnalati riguarda quella "brasiliana"

È stato pubblicato un nuovo report dell'Istituto superiore di Sanità sulle varianti del virus SARS-CoV-2 in Italia. Secondo i dati, al 18 marzo scorso la prevalenza della cosiddetta "variante inglese" era all’86,7 per cento, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 63,3 per cento e il 100 per cento. Il 4 per cento dei casi segnalati riguarda invece quella "brasiliana", mentre le altre monitorate sono sotto lo 0,5 per cento. La stima viene dalla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, che fa seguito a quelle diffuse nelle scorse settimane da cui era emersa una maggior trasmissibilità per la "variante inglese" del 37 per cento.

 

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Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle regioni e province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione è stato scelto in maniera casuale fra i quelli positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e se possibile per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine le 21 regioni e provincie autonome e complessivamente 126 laboratori.

 

La conclusione degli esperti è che per contenerne e attenuarne l’impatto sulla circolazione e sui servizi sanitari è essenziale, mantenendo le misure di mitigazione in tutto il paese nel contenere e ridurre la diffusione del virus mantenendo o riportando rapidamente i valori di Rt a valori nettamente inferiori a 1 e l’incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi.

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