Roma, la vaccinazione degli operatori sanitari (LaPresse)

Editoriali

Contro la libertà di contagiare

Redazione

Altri focolai innescati da medici anti vaccini. Ora basta, serve un decreto

Dopo il caso del Policlinico San Martino di Genova, si sono registrati in Liguria altri due episodi di contagio indotto nei pazienti dell’ospedale di Lavagna e nel ricovero di Tiglieto da personale sanitario che aveva rifiutato la vaccinazione. C’è una responsabilità delle istituzioni sanitarie e assistenziali, che secondo Carlo Palermo, segretario di Assomed, hanno “l’obbligo di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro […] procedere alla vaccinazione dei lavoratori […] in caso di rifiuto, l’operatore deve essere trasferito ad altra mansione”. Forse sarebbe meglio sospenderlo per inidoneità senza retribuzione, perché non è giusto dare ai No vax sanitari un sostanziale privilegio. La responsabilità non è solo delle aziende: è evidente che per non affrontare un problema che presenta qualche aspetto dubbio sul piano costituzionale la politica ha scelto di non intervenire con norme cogenti, e ha sbagliato.

 

Per cercare di salvaguardare la salute pubblica sono stati imposti alla popolazione obblighi e divieti assai pesanti, limitando oggettivamente i diritti costituzionali. Era giusto farlo e lo si è fatto. Perché lo stesso metodo, quello di mettere al primo posto la sicurezza sanitaria delle persone, non si applica al personale sanitario e assistenziale che è a contatto con persone a rischio di contagio, rendendo la vaccinazione un requisito indispensabile per l’idoneità al servizio? Se c’è un caso di necessità e di urgenza è questo, quindi sarebbe bene emanare un decreto in questo senso, magari accompagnandolo con l’immunità per il personale che vaccina e non può essere ritenuto responsabile di eventuali, peraltro assai improbabili, complicazioni sanitarie successive. Fra tutte le libertà quella di causare malattie ad altri non è prevista né prevedibile, e bisogna agire di conseguenza. Subito.

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