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Draghi cerca un Fauci per Palazzo Chigi. Il modello è Remuzzi

Il presidente del Consiglio potrebbe nominare un consigliere per le politiche sanitarie per la gestione della pandemia

La  crescita dell’indice Rt e l'aumento dell'incidenza della varianti del virus in Italia potrebbe spingere il governo guidato da Mario Draghi a seguire l'esempio di Angela Merkel nelle ultime settimane, ossia non aspettare il picco di contagi per intervenire, ma agire in modo preventivo. L'esecutivo potrebbe così decidere di chiudere tutto ciò che si può chiudere per evitare il nuovo picco di contagi che potrebbe verificarsi a metà marzo.

 

Come evidenziato oggi dal direttore Claudio Cerasa "questa l’ipotesi che potrebbe prendere corpo già prima di questo fine settimana, quando Draghi potrebbe anche aver già nominato a Palazzo Chigi un consigliere per le politiche sanitarie che avrà lo stesso ruolo avuto negli Stati Uniti dal dottor Fauci". E questo consigliere potrebbe essere il professor Giuseppe Remuzzi, dell’Istituto Mario Negri, "che da mesi suggerisce di fare quello che oggi suggerisce di fare anche Lancet, ovverosia ritardare di qualche mese la seconda dose per i vaccinati in modo da avere al più presto il numero più alto possibile di vaccinati con la prima dose".

  

Un'Italia colorata d'arancione agevolerebbe "il vero programma del governo Draghi: cancellare i colori delle regioni e riaprire tutto un secondo dopo la vaccinazione di massa di tutti gli over 65 (cosa che secondo i piani di Roberto Speranza dovrebbe verificarsi, al più tardi, entro la fine di questa estate".

 

Chi è Giuseppe Remuzzi

   

Giuseppe Remuzzi è il direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. Si è laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Pavia nel 1974, prima di specializzarsi in ematologia e in nefrologia. Per anni ha approfondito i glomerulonefriti e i meccanismi di progressione delle malattie renali e ha realizzato molti studi nel campo del rigetto del trapianto. In questo anno pandemico si è spesso trovato a provare con pacatezza di trovare un punto di sintesi non sempre facile tra due dottrine ormai prevalenti nel mondo dell’informazione scientifica: la dottrina di chi suggerisce di non drammatizzare e la dottrina di chi suggerisce di non drammatizzare abbastanza.

   

Con lui in questi mesi abbiamo analizzato l'evolversi della pandemia di Covid-19 in Italia.

 

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