Il foglio salute

L'agenda politica e i vaccini tra comunicazione e azione

Annalisa Ferretti e Pietro Raffa

Gli approcci di opinione pubblica e partiti al tema del momento sui social network. Un po’ di numeri

Dal primo gennaio a oggi sono 1,2 milioni gli articoli e i post che in rete menzionano il tema Vaccini Covid-19. Post che a loro volta hanno generato oltre 16 milioni di interazioni tra like, commenti e condivisioni. Azioni sintomo dell’attesa (e della speranza) che si ripone in quella che, come appare ormai chiaro, è l’unica exit strategy possibile dalla pandemia. FB Bubbles, divisione di FB&Associati specializzata in analisi del dibattito ed elaborazione di strategie di advocacy, ha analizzato come è stata trattata la issue Vaccini Covid-19 in rete e in Parlamento, per indagare le strategie di posizionamento e consenso dei partiti sul tema.

 

FB Bubbles ha analizzato la corrispondenza tra uscite dei siti di news, condivisioni social da parte degli stakeholder istituzionali – nel tentativo di comprendere se fossero o meno le notizie di cronaca a influenzare il dibattito a livello politico –, mettendole a confronto con la trattazione del tema in Parlamento, attraverso una analisi degli atti di sindacato ispettivo presentati da dicembre 2020 a oggi. I risultati della ricerca hanno fotografato approcci profondamente diversi tra le sensibilità dell’opinione pubblica e quelle della politica: se le testate online hanno commentato le principali novità sul fronte vaccini concentrandosi su aspetti concreti legati al loro arrivo, alla loro efficacia o modalità di somministrazione, la politica ha invece mostrato scarsa reattività nel condividere questo approccio, privilegiando un uso strumentale del tema e citando dunque la issue vaccini per ottenere consenso e sollevare polemiche sull’operato del governo. A livello politico, la trattazione a livello parlamentare si mostra completamente differente dalla comunicazione social dei partiti: su 138 atti di sindacato ispettivo, oltre il 53 per cento riguarda interrogazioni a risposta scritta, atti che tendenzialmente rimangono privi di risposta, solo l’1 per cento riguarda atti presentati in sede di Question Time in Commissione, assenti i Question Time in Aula.

 

L’opposizione ha presentato il 62 per cento degli atti. Il 26 per cento di questi è riconducibile a Forza Italia che, con una attitudine da opposizione responsabile, fa leva sull’elaborazione di un proprio Piano Vaccini su cui struttura atti con proposte concrete per il Governo. Segue il Gruppo Misto con il 22 per cento, Fratelli d’Italia con il 21, Lega con il 15. Sul lato dell’ex maggioranza giallo-rossa troviamo un Pd e un M5S entrambi al 7 per cento, fanalino di coda Italia Viva con il 2. Un fanalino puramente parlamentare, in quanto il partito di Renzi attraverso la comunicazione social (di partito e di leader) ha molto battuto sul tema vaccini, ponendolo come uno degli aspetti di maggior critica all’operato governativo. La natura delle condivisioni online sul tema si mostra molto variegata. I progressi del vaccino italiano di Reithera, il via libera dell’Aifa agli anticorpi monoclonali e le prime vaccinazioni sono state notizie condivise con estremo entusiasmo da parte della rete. In Parlamento il 44 per cento degli atti ha avuto a oggetto il Piano Vaccini, sotto il profilo organizzativo e delle categorie da vaccinare. La maggior parte di questi conferma un approccio propositivo verso l’ex governo, lontano dai toni utilizzati sui social.

 

In rete non sono mancati sentimenti di paura e scetticismo, soprattutto per l’eco mediatico generato da alcune notizie internazionali a proposito degli eventi avversi delle prime dosi vaccinali. Tuttavia, a raccogliere maggior engagement sono state le uscite relative ai provvedimenti disciplinari sul personale sanitario restio alla vaccinazione e le valutazioni scientifiche a conferma dell’efficacia dei vaccini. Coerente, ma rilevante rispetto al protagonismo delle questioni NoVax negli ultimi anni, la sostanziale assenza di posizioni di questo genere a livello parlamentare, anche da forze, quali Lega e Movimento, che non avevano mancato di prendere pubblicamente posizione in merito. Nessuno di questi argomenti è stato oggetto di uscite social da parte degli stakeholder politici. Un avvenimento su cui invece il dibattito pubblico e politico si è trovato allineato è quello delle dichiarazioni del neoassessore al Welfare lombardo Letizia Moratti, la quale ha identificato nel contributo delle Regioni al Pil un discrimine per la distribuzione delle dosi di vaccino.

 

Nonostante la smentita hanno proliferato contenuti dai toni polemici, anche da esponenti dell’ex governo giallo-rosso. Il solo il Movimento 5 Stelle ha realizzato 26 post sull’argomento. Nel complesso, l’immagine delle uscite social sul tema vaccini da parte della politica conferma la strumentalizzazione di una issue saliente, con narrazioni differenti tra maggioranza e opposizione, in contrasto con un approccio parlamentare sul tema che nel contenuto si è mostrato decisamente più morbido che sul piano della comunicazione social. Se l’agenda politica, soprattutto attraverso i social, si detta fuori dal palazzo, le dinamiche interne si mostrano ancora una volta legate a equilibri politici più sofisticati e fluidi. Ciò è dimostrato anche dagli avvenimenti legati alla nascita del nuovo governo Draghi, dove a fronte di un profondo momento di instabilità le forze politiche, lontano dai riflettori, hanno tatticamente dato priorità a un approccio cauto e funzionale a difendersi, ma soprattutto a cogliere opportunità a fronte di un cambio di rotta così significativo.

 


Annalisa Ferretti, Responsabile divisione FB Bubbles 
Pietro Raffa, Responsabile web advocacy FB Bubbles

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