Una processione grottesca spaventa i bambini: satira della paura del pubblico francese di fronte alla vaccinazione. Acquaforte colorata, XIX sec

Il vaccino contro i somari

Roberto Burioni

Perché chi gioca con i vaccini gioca con la salute dei bambini. Perché la scienza non può essere democratica. Perché gli estremisti si possono sconfiggere. Un saggio manifesto

Pubblichiamo un estratto del libro “La congiura dei somari” (Rizzoli) scritto nel 2017 dal virologo Roberto Burioni

    

La scienza non è democratica. La velocità della luce non si decide per alzata di mano, come ha detto Piero Angela, al quale tanto dobbiamo. Una palla di ferro gettata in mare andrebbe invariabilmente a fondo, anche se un referendum popolare stabilisse che il peso specifico del ferro è inferiore a quello dell’acqua. Certo, quel ferro potreste pure farlo galleggiare: ma dovrete imparare a fonderlo, a lavorarlo, a saldarlo nella giusta posizione indicata nel progetto di una nave. E per completare con successo uno solo di questi compiti dovreste rendervi conto prima che non lo sapete fare, e poi che per imparare a farlo è indispensabile studiare o, ancora meglio, trovare qualcuno più esperto di voi che ve lo insegni. Nella vita reale, infatti, c’è gente che insegna. La maestra che in questo momento guida la mano della mia bimba nelle prime lettere, il saldatore che spiega all’apprendista come si tiene in mano un attrezzo pericoloso, il muratore che mostra al giovane appena arrivato come disporre in file dritte i mattoni. Insieme a chi insegna c’è gente che impara: gente che si rende conto di sapere di meno e con umiltà apprende da chi sa, e con il tempo, con il sacrificio e con l’applicazione, si migliora così tanto da diventare lui stesso insegnante. E’ grazie a migliaia di queste persone, indaffarate a insegnare e a imparare, che quel ferro che sprofonderebbe nell’acqua diventa una magnifica nave che vi porta in crociera nel Mediterraneo in tutta sicurezza. Facebook ha dato la parola a tutti, e alcuni hanno inteso questa opportunità come un tassativo dovere di parlare anche di cose che non conoscono; immancabilmente lo fanno, non intuendo che, se è vero che tutti possono dire la loro sulla piacevolezza di una musica o sul colore del pelo del cane che più si gradisce, quando si parla di argomenti tecnici dell’opinione di uno che non sa nulla si può fare tranquillamente a meno. Invece non lo capiscono, non avendo neppure l’idea della complessità delle cose e immaginandole semplicissime: quando incontrano qualcuno che svela la loro profonda ignoranza, lo apostrofano come superbo, borioso, non rispettoso delle opinioni altrui; questo in una stupefacente rappresentazione mentale in cui chi studia una materia con anni di sacrificio è arrogante, mentre chi pensa di poterla capire dopo un quarto d’ora su Google è invece un esempio di umiltà. Provano rabbia, ma la loro è la rabbia di Calibano, che se la prendeva con lo specchio che gli restituiva la sua atroce bruttezza. Essendo il mondo lo specchio che non vogliono vedere, dal mondo si rifugiano su internet, uno spazio dove ciascuno di noi è solo un lampo di luce, trasmesso da un universo all’altro in una frazione di secondo, che può prendere la forma che vuole. Li trovate, questi Somari, a parlare di qualunque branca dello scibile umano ma in particolare di terremoti, di meteorologia, di cura del cancro e – naturalmente – di vaccini. Ognuno di loro dice l’esatto contrario di quello che dice la scienza e ognuno di loro si sente un nuovo Galileo. Ma non basta dire il contrario di quello che dicono tutti per essere Galileo. Bisogna pure avere ragione.

 

Da dove nasce il complottismo e la psicosi sui vaccini? Da un ex medico che nel 1998 pubblicò uno studio truffa, e che poi venne radiato

Per darvi un’idea di quanto possa essere pericolosa una bugia raccontata da un mio collega, prendiamo l’esempio di Andrew Wakefield, un ex medico che nel 1998 pubblicò, anche grazie alla colpevole disattenzione di una prestigiosa rivista (quandoque bonus dormitat Homerus, “ogni tanto si addormenta pure il bravo Omero” dicevano gli antichi, a significare che talvolta sbagliano anche i migliori), un lavoro basato sullo studio di dodici bambini che suggeriva una correlazione tra vaccinazione contro il morbillo, parotite e rosolia, e l’insorgenza dell’autismo. La ricerca (che peraltro poi si dimostrò essere falsa) non dimostrava nulla, la cosa era scritta nero su bianco: ma Wakefield, in una conferenza stampa, disse a una nutrita folla di giornalisti che era probabile un legame tra vaccinazioni e autismo (che il suo lavoro non dimostrava) e suggeriva (ovviamente senza alcuna base scientifica) di somministrare i tre vaccini contro morbillo, parotite e rosolia non insieme ma separatamente, distanziati un anno l’uno dall’altro. Ecco il perfetto esempio del medico che racconta una pericolosissima menzogna. Quale fu l’effetto di questa bugia? Come si può immaginare, quello di terrorizzare i genitori, che – spaventati da queste affermazioni – smisero di vaccinare i loro figli. Nei due grafici alla pagina seguente vedete nel primo l’andamento della copertura vaccinale contro il morbillo nel Regno Unito, e nel secondo l’effetto che la diminuita copertura ebbe sull’incidenza della malattia nel Paese. La copertura vaccinale crollò a poco più del 75% e in alcune zone metropolitane della nazione scese fino a toccare il 50%. Le conseguenze furono terribili: nel 1998 il morbillo era sotto controllo e si contavano poche decine di casi, nel 2004 la nazione ebbe la tragica opportunità di registrare, dopo quattordici anni, il primo morto di morbillo, purtroppo non il solo. Vedetela come credete, ma per me questo signore ha sulla coscienza la pelle di diversi bambini.

  

Il vaccino è̀ estremamente efficace e più̀ sicuro di qualunque altro farmaco un genitore possa somministrare al suo bimbo

Il Somaro complottista, quello che vede ladri ovunque, e ovunque il magna magna degli scienziati, e ascolta le fantasie di geni incompresi che lavorano nei loro sottoscala e pubblicano regolarmente le loro mirabolanti scoperte su Instagram, ha intanto già ottenuto un risultato: il ritorno da trionfatore del virus del morbillo, che avanza tra due ali di folla di non vaccinati, raccogliendo consensi. Il morbillo è una malattia da nulla, si sente dire in giro. Quando sento l’antivaccinista di turno dire questa sciocchezza, prima di tutto mi viene il sangue agli occhi pensando ai bambini e agli adulti che ho visto, a causa di questa malattia, riportare lesioni gravi e permanenti. Poi mi viene in mente mio nonno Pasquale, che è tornato vivo dalla Prima guerra mondiale. Tuttavia, forse perché internet non c’era, pare che nessuno l’abbia mai sentito affermare che la guerra è un’attività priva di rischi. Purtroppo aveva ragione: il conteggio dei morti, molti milioni, è ancora incompleto dopo cento anni. Però il mio compianto nonno materno, che aveva combattuto come artigliere, era tornato a casa dal campo di battaglia sano e incolume. Se ci si salva dalla guerra, dalle bombe, dalle mitragliatrici e dai gas tossici, figuriamoci se non si può uscire indenni anche dal morbillo! E quest’anno dobbiamo fargli anche i complimenti, al morbillo. Perché in Italia, con l’aiuto determinante dei genitori che non vaccinano i figli, nel 2017 ha superato, al momento in cui questo libro va in stampa, i 4500 casi. Anche se gli antivaccinisti affermano che il morbillo è una malattia lieve che addirittura aiuta lo sviluppo del sistema immunitario, molti di coloro che l’hanno avuto di recente purtroppo non potranno dire la stessa cosa. Numerosi pazienti sono stati ricoverati in ospedale (per la gioia di Big Pharma, che ringrazia chi non vaccina) e tanti altri hanno avuto gravi conseguenze; vedremo nel futuro se la malattia ha lasciato – come spesso accade in questi casi – danni permanenti. In particolare, i tre bambini morti a causa di questa epidemia, che ha portato l’Italia ai vertici delle classifiche mondiali nella poco invidiabile gara a chi ha più casi di morbillo, certamente non avranno il privilegio di potersi connettere a internet nel futuro. L’epidemia, in ogni caso, un merito l’ha avuto: ha mostrato senza dubbio quanto funziona il vaccino, visto che il 95% dei casi si sono verificati in persone che non erano state sottoposte al ciclo completo di immunizzazione! Ma c’è di più: osserviamo con attenzione il tasso di incidenza per fascia d’età nell’epidemia del 2017 (è stata un’epidemia, anche se a qualche senatore, barista e avvocato antivaccinista il termine non piace) di morbillo in Italia. Il grafico seguente indica l’incidenza dei casi, ovvero il numero di persone che si sono ammalate di morbillo ogni 100.000. I dati sono chiarissimi e indiscutibili: l’incidenza più alta (55 casi ogni 100.000 abitanti) si riscontra nei bambini al di sotto di un anno. La cosa è molto negativa perché il morbillo, contratto nel primo anno di vita, ha una frequenza maggiore di complicazioni. Il problema è difficile da risolvere perché questi bambini sono troppo piccoli per essere vaccinati: l’unico modo per proteggerli, quindi, è impedire che vengano infettati. Ma chi li infetta? La risposta è semplice e basta osservare il grafico per capirlo: sono infettati dai loro compagni di asilo più grandi, che vengono subito dopo come tasso di incidenza (età 1-4 anni, 27 casi per 100.000 abitanti). Qui la storia è diversa, perché questi bambini possono essere vaccinati! Per cui, se lo fossero, il morbillo negli asili non circolerebbe (invece di 27, nel grafico trovereste 0) e di conseguenza anche i bambini troppo piccoli per essere vaccinati sarebbero protetti nel luogo dove più di frequente contraggono la malattia. E’ l’immunità di gregge, di cui riparleremo. Il vaccino è estremamente efficace – lo dicono questi dati in maniera inequivocabile – e più sicuro di qualunque altro farmaco un genitore possa somministrare al suo bimbo, inclusi i più comuni rimedi contro la febbre. Vaccinare i bambini è quindi cruciale, ma non basta. In un Paese come il nostro, a bassa natalità e con un alto numero di adolescenti e adulti vulnerabili, bisogna pensare anche ai più grandi, che in fondo, nella maggioranza dei casi, non sono altro che bambini che non sono stati vaccinati a tempo debito.

  

Lasciamo perdere obblighi, leggi, multe e tutto il resto: se vogliamo evitare tragedie dobbiamo aumentare la copertura vaccinale

E’ una vergogna che il morbillo circoli in un Paese civile. E’ una vergogna che ci sia anche un solo caso, perché nelle nazioni dove si vaccina in maniera estesa la malattia è eliminata e negli ospedali, per morbillo, non entra nessuno. Per cui, genitori che non avete ancora vaccinato i figli, adulti che non siete sicuri di aver avuto la malattia, vi prego: almeno contro il morbillo vaccinate e vaccinatevi. So che i genitori che non vaccinano pensano di fare la cosa giusta per i loro figli, ma si sbagliano ed è un errore che potrebbe essere pagato a caro prezzo. Lasciamo perdere obblighi, leggi, multe e tutto il resto: dobbiamo aumentare la copertura vaccinale, altrimenti simili tragedie continueranno a succedere. Non state a sentire i fanatici che gridano follie, e neanche i politici che in maniera scellerata cavalcano quest’irresponsabile e irrazionale deriva oscurantista: il vaccino è sicurissimo ed estremamente efficace. I bambini, specie i più piccoli, sono in pericolo.

  

Dire che l’effetto gregge non esiste per scoraggiare le vaccinazioni è̀ come raccontare che i freni delle automobili sono inutili

Possiamo difenderli. Dobbiamo difenderli. Come? Con l’immunità di gregge. Vi chiederete ora: “Quella che gli antivaccinisti negano con insistenza?”. Sì, proprio quella. L’immunità di gregge, ovvero il fatto che se in una comunità il numero delle persone vaccinate è sopra una certa soglia l’agente infettivo non riesce più a circolare e sono protetti anche gli individui non vaccinati, è un dato di fatto tanto vero quanto la forza di gravità. La bugia antivaccinista, in questo caso, è davvero pericolosa, perché dire che l’effetto gregge non esiste per scoraggiare le vaccinazioni è come raccontare che i freni delle automobili sono inutili per indurre gli automobilisti meno avveduti a decidere di smontarli. Anche in questo caso bastano i numeri per far svanire il raglio del Somaro. Prendiamo come esempio la meningite causata dal batterio che si chiama meningococco di tipo C: è una malattia molto pericolosa, difficile da diagnosticare, che in una percentuale non irrilevante di casi provoca tragedie. L’incidenza non è in aumento, ma potremmo dire lo stesso per gli incidenti stradali: non sono in crescita, ma molta gente perde la vita o rimane disabile a causa di essi. Per cui dobbiamo comunque guidare con prudenza e tenere le cinture allacciate. Lo stesso vale per il meningococco C. Nessuna emergenza, però abbiamo da una parte una malattia terribile che fa morti e disabili, dall’altra un vaccino che è sicurissimo e straordinariamente efficace (anche se alcuni bugiardi vi dicono il contrario), tra l’altro messo a punto con il contributo decisivo di un italiano, Rino Rappuoli. Ed è efficace non solo nel rendere immuni dall’infezione i vaccinati, ma anche nel diminuire in maniera drastica la circolazione di questo pericoloso batterio tra la popolazione e proteggere quindi indirettamente pure le persone alle quali il vaccino non è stato somministrato. Nel Regno Unito, dopo una campagna di vaccinazione a tappeto degli individui tra 0 e 18 anni, la malattia si è quasi azzerata (passando da oltre 1500 casi a poco più di 10) non solo tra chi era stato vaccinato, ma anche tra chi il vaccino non l’aveva fatto!