Salute: scacco all'acaro che causa 50% allergie, nasce Osservatorio Home

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Milano, 4 ott. (AdnKronos Salute) - Nelle nostre case c'è un coinquilino invisibile con cui a nostra insaputa condividiamo letti, divani, tappeti. Invisibile, ma invadente. E' l'acaro, un nemico 'quattro stagioni' che fa sentire la sua presenza 365 giorni all'anno. Allergene perenne, lo definiscono gli specialisti. E' responsabile del 50% di tutte le allergie respiratorie, oltre a causare il 70% dei fenomeni asmatici e delle riniti allergiche fra i bimbi.

Milano (AdnKronos Salute) - Nelle nostre case c'è un coinquilino invisibile con cui a nostra insaputa condividiamo letti, divani, tappeti. Invisibile, ma invadente. E' l'acaro, un nemico 'quattro stagioni' che fa sentire la sua presenza 365 giorni all'anno. Allergene perenne, lo definiscono gli specialisti. E' responsabile del 50% di tutte le allergie respiratorie, oltre a causare il 70% dei fenomeni asmatici e delle riniti allergiche fra i bimbi.

 

Per arginare il suo strapotere gli esperti hanno deciso di fare squadra. La nuova arma si chiama Home (Housedust Mite Observatory for the First Evidence-based immunotherapy) ed è il primo Osservatorio che si focalizza sui pazienti con allergia da acari. Patrocinato da Federasma e Allergie Federazione italiana pazienti onlus e dalle 5 maggiori società scientifiche nazionali attive sul fronte delle patologie respiratorie (Siaaic, Sip, Aaiito, Iar, Aipo), l'Osservatorio - realizzato con il sostegno non condizionato di Alk Abellò e presentato oggi durante un incontro a Milano - punta a favorire la collaborazione tra allergologi, pneumologi e rinologi, sensibilizzare l'opinione pubblica sull'allergia da acaro, favorire l'emersione della patologia grazie a un percorso diagnostico e terapeutico più capillare ed efficace.

 

A spiegare il senso dell'iniziativa sono prima di tutto i numeri: in Italia, infatti, continua il boom di allergie che ha portato a quota 25% la popolazione colpita. Il trend di crescita è stato, secondo i calcoli, del 5% negli ultimi 5 anni. E gli acari sono i 'portabandiera', un motore di disturbi non da poco: l'allergia che scatenano è tra le più frequenti (e anche la più diffusa nei Paesi occidentali) e dannose, è responsabile del 50% dei casi d'asma ed è fortemente connessa con la rinite allergica, condizione con cui convive il 70-80% dei pazienti già alle prese con l'asma.

 

Ma c'è un altro fattore che ha spinto gli esperti a scendere in campo. L'esercito di cittadini 'torturati' dall'acaro prende sotto gamba il nemico, e non controlla bene la malattia nonostante le attribuisca un forte impatto sulla quotidianità. Polisensibile (principalmente ad acari e pollini), polisintomatico, incurante delle conseguenze della cattiva gestione del problema. E' l'identikit del paziente con allergia da acaro, tracciato da una ricerca DoxaPharma analizzando le risposte di 206 pazienti divisi in due campioni (con sola rinite allergica e con rinite allergica e asma allergico associate).

 

"Possiamo parlare di una malattia 'contraddittoria' - puntualizza Maria Beatrice Bilò, presidente dell'Associazione allergologi immunologi italiani territoriali ospedalieri - Si evidenzia infatti come i pazienti abbiano una visione distorta e una conoscenza sommaria della loro patologia. Lo dimostra il fatto che 4 intervistati su 5 considerano buona la loro salute e allo stesso tempo dichiarano, per oltre l'80%, che la patologia ha un impatto importante sulla loro qualità di vita".

 

I più "indisciplinati" risultano i pazienti con rinite allergica: dall'indagine l'86% risulta essere non controllato o parzialmente controllato. Eppure "le nostre stime evidenziano come i soggetti con rinite allergica abbiano probabilità 4 volte superiori rispetto ai sani di sviluppare asma - fa notare Matteo Gelardi, presidente dell'Accademia italiana di rinologia - Le due patologie sono aspetti clinici differenti di un unico disordine dell'apparato respiratorio, e diagnosticare e curare correttamente il primo significa tenere sotto controllo l'altro".

 

Anche i pazienti che convivono con entrambi i disturbi risultano dalla ricerca poco o parzialmente controllati. "Anche se il dato è inferiore a quello dei pazienti con sola rinite allergica (86% contro 68%), per noi pneumologi si tratta di un'indicazione allarmante perché mette questi soggetti a potenziale rischio di sviluppare episodi di crisi asmatiche anche gravi", avverte Pierluigi Paggiaro, delegato italiano per le Linee guida Gina (Iniziativa globale per l'Asma).

 

In generale, nonostante circa un terzo dei pazienti sia non ben controllato, la terapia principale che viene scelta è quella al bisogno. "Il 50% dei pazienti ha un'aderenza scarsa - osserva Francesco Blasi, presidente della Società italiana di pneumologia in Congresso nazionale a Milano dal 5 al 7 ottobre - e nell'89% dei casi questo avviene perché il paziente si sente meglio". Il problema è che "i sintomi si sono attenuati, ma sicuramente ricompariranno". Il paziente, però, spesso "preferisce tollerare i sintomi, uniti a una qualità di vita inferiore, che seguire una terapia continuativa". Se "più di 3 milioni di persone in Italia vivono il disagio di essere asmatici", ricorda Carlo Filippo Tesi, presidente di Federasma e Allergie onlus, i tre punti essenziali per la loro tutela sono "l'informazione, la gestione e il controllo della malattia".

 

Contro l'allergia da acaro nel 2017 è in arrivo una nuova opzione terapeutica. "L'immunoterapia allergene specifica (Ait) si sta accreditando sempre di più nella comunità e nella letteratura scientifica - spiega Giorgio Walter Canonica, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica - La sua particolarità è dovuta al fatto che è in grado di agire sulle cause dell'allergia e non solo sui sintomi. E' già stata sdoganata per diverse forme allergiche e penso in particolare al vaccino per le graminacee. Quella per allergia da acaro in tablet sublinguali non è ancora disponibile in Italia, ma l'Ema ne ha certificato l'efficacia con l'indicazione in pazienti adulti con asma da allergia da acaro non ben controllata, che è proprio la nostra categoria di pazienti più numerosa e più difficile da trattare".

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