Kremlin.ru, via Wikimedia Commons 

l'intervista

Chiudere tv Dozhd a Riga è un favore a Putin. Parla la giornalista russa

Pietro Guastamacchia

Con il 65 per cento degli spettatori residenti in Russia, interrompere l'emittente è un errore. Sensibilizzare contro la guerra nel paese invasore diventerà più difficile. “La missione del nostro canale è trasmettere in Russia i valori di democrazia e libertà", dice Ekaterina Kotrikadze 

All’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina e davanti alle leggi draconiane di Putin, la redazione di tv Dozhd, una delle poche reti d’opposizione rimaste in Russia, capì che per continuare a operare e a raggiungere via web i suoi spettatori l’unico modo era quello di espatriare. Così assieme ai suoi colleghi Ekaterina Kotrikadze, giornalista russa di origine georgiana e direttrice dei social del canale russo, lasciò vuota una redazione che trasmetteva senza sosta dal 2008 e si trasferì a Riga, in Lettonia. I giornalisti di Dozhd scelsero dunque di continuare a lavorare in Unione europea, sotto l’ala protettiva dei baltici e della loro difesa della libertà di stampa, felici di dare fastidio a Putin. Sapevano che ciò avrebbe significato bruciare i ponti con la propria casa ma la scelta apparve quella giusta, la tv ne trasse beneficio in spettatori e prestigio, anche da parte delle autorità europee. 

 

È andato tutto benissimo, fino a martedì, quando a causa di una frase di un presentatore della televisione riguardo la possibilità di mandare generi di conforto per aiutare i coscritti al fronte a sopravvivere all’inverno, il garante lettone ha revocato con effetto immediato la licenza alle trasmissioni. “Le parole del nostro ex collega sono state sbagliate, il messaggio era senza dubbio inappropriato. Abbiamo pensato che il suo licenziamento fosse un messaggio sufficiente come garanzia alle nostre intenzioni ma per il garante non lo è stato. Ora non sappiamo cosa ne sarà del nostro futuro”, spiega la giornalista Kotrikadze, raggiunta dal Foglio dopo una concitata riunione di redazione a Riga.

 

Da Kyiv però sono arrivate parole di fuoco: “L’opposizione russa quindi è imperialista liberale o liberal-imperiale”, ha commentato polemicamente l’attivista e blogger ucraina, Olena Halushka, “questi ‘liberali’ non capiscono che più coscritti muoiono di fame, meno ucraini ammazzano, così funziona la guerra”, ha spiegato la blogger in un appello diretto proprio al garante lettone.
Kotrikadze, che come diversi colleghi dell’emittente televisiva Dozhd è stata inserita dalle autorità russe nell’elenco degli agenti stranieri e rischia l’arresto se dovesse tornare in patria, si difende così: “Il problema è che qualsiasi cosa dici, qualsiasi cosa fai, per certa gente rimani solo un russo. Noi siamo contro questa guerra dal suo inizio e da prima di questa guerra siamo sempre stati contro al regime di Putin, l’abbiamo combattuto e il regime ha combattuto noi, duramente fino a costringerci a scappare”.

 

Dozhd rappresenta tuttora più che un grattacapo per il Cremlino, spiega la giornalista, “i nostri spettatori sono al 65 per cento ancora residenti in Russia, si parla di 14 milioni di spettatori unici al mese in Russia e 22 in tutto il mondo. Milioni di persone in Russia guardano Dozhd perché sanno che è l’unico modo di informarsi sui crimini, gli stupri e gli abomini commessi dall’esercito russo in Ucraina”.  Per la redazione di Dozhd che potrà continuare a trasmettere online ma il cui rapporto con le autorità del paese che gli ha dato asilo si complica terribilmente, “la decisione del garante è un errore enorme e un favore a Putin, siamo certi che al Cremlino c’è chi ha festeggiato questa settimana”.

 

La risposta di Mosca infatti non si è fatta attendere: “Pensano di stare meglio lì che a casa, e pensano che non ci sia libertà in Russia ma li sì. Questo è un brillante esempio delle loro illusioni”, ha commentato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. A rincarare la dose ci ha pensato l’ormai noto conduttore e propagandista Solovyov: “A nessuno piacciono i traditori”. 

Ma Kotrikadze, che solo pochi mesi fa è stata ospite del Parlamento europeo a parlare del ruolo del giornalismo russo indipendente nel contesto della guerra in Ucraina, non ci sta e lancia un appello diretto alle autorità stesse dell’Ue: “La missione del nostro canale è trasmettere in Russia i valori di democrazia e libertà, i valori fondamentali dell’Ue, e aiutare i russi a capire che la democrazia è meglio della dittatura. Vogliamo dare alla Russia e a tutti una speranza che un futuro senza Putin è possibile, se qualcuno può intervenire lo faccia, non fermate il nostro sogno”.