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L'ultimo lascito di Benedetto XVI

Matteo Matzuzzi

Per quattro anni, dal 2013 al 2017, finché le forze gliel’hanno consentito, Joseph Ratzinger ha tenuto ogni domenica l’omelia nella cappellina del Mater Ecclesiae. Sono state tutte registrate e trascritte

Nell’infinita teoria di dichiarazioni sulla necessità (o no) di beatificare e canonizzare Benedetto XVI in tempi più o meno rapidi (un cardinale ha anche spiegato che per diventare dottori della Chiesa bisogna “aver fatto fare alla dottrina passi avanti”), si discute di libri. Libri in uscita, usciti, in lavorazione. Libri su Joseph Ratzinger, sulla sua vita, sul suo operato, sulla “sua” idea di Chiesa. Ben venga un po’ di riflessione, finalmente: i pensierini della buonanotte ai bambini, ai nonni e ai fidanzati che tanto vanno di moda in questi tempi, sono appaganti ma fino a un certo punto. Il libro più chiacchierato è inevitabilmente quello di mons. Georg Gänswein, che contiene di tutto, fra cose arcinote agli addetti ai lavori e particolari sulla vita monasteriale del Papa emerito. La cosa più importante, però, è quella di cui nessuno ha di fatto parlato: per ben quattro anni, dal 2013 al 2017, finché le forze gliel’hanno consentito, Benedetto XVI ha tenuto ogni domenica l’omelia nella cappellina del Mater Ecclesiae. E tutte le omelie sono state registrate e trascritte dalle Memores Domini. Sarebbe un gran regalo per l’umanità se questi testi fossero prima o poi diffusi.

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.