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Roma Capoccia

Chiudere un accordo con Conte per le Regionali prima che il M5s superi il Pd

Marianna Rizzini

È la questione più urgente per i dem, che vedono la replica del “modello Lazio" come unico possibile antidoto alla dispersione dei consensi, sperando di tenere assieme tutti, dal leader grillino a Carlo Calenda, con accento sulla particolarità locale e sui risultati fin qui ottenuti

E’ la questione più urgente per il Pd, anche se nascosta sotto al tappeto della superiore partita di avvio legislatura dall’opposizione, e anche se all’orizzonte incombe il congresso del partito, dalla tempistica ancora incerta: bisogna chiudere l’accordo con i Cinque stelle per il Lazio, così si ragiona nelle segrete e non segrete stanze del Nazareno (con poche eccezioni), se non si vuole rischiare di precipitare in uno scenario da traversata del deserto.

Il centrodestra, infatti, è nella condizione di sfruttare l’onda lunga delle elezioni politiche, e di presentarsi compatto all’appuntamento con le urne (appuntamento non lontano, viste le imminenti dimissioni del governatore uscente Nicola Zingaretti). Il centrosinistra, e il Pd in particolare, che alla Regione ha sperimentato il campo largo di cui Zingaretti si è fatto aedo, vede la replica del “modello Lazio” come unico possibile antidoto alla dispersione dei consensi, sperando di poter tenere assieme tutti e tendendo il filo da Giuseppe Conte a Carlo Calenda, proprio con accento sulla particolarità locale (come dire: non importano i disaccordi nazionali, visto l’esperimento riuscito alla Regione). Stessa cosa pensano i dirigenti laziali e gli eletti laziali a Cinque stelle, Roberta Lombardi in testa, che volentieri si rivedrebbero assessore.

 

E però, al momento, questo desiderio neanche tanto segreto, e anzi sbandierato in pubblico, non trova sponda evidente nell’uomo che dovrebbe suggellare l’accordo: Conte, l’ex premier che in questi giorni sembra al contrario aver alzato ufficiosamente la posta, facendo capire, attraverso i suoi fedelissimi, non soltanto di avere le già note riserve sull’inceneritore annunciato dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri, ma di oscillare tra due ipotesi: puntare a un accordo che valga anche per le altre regioni in cui si voterà, Lombardia in testa, o andare da soli proprio nel Lazio dove gli ultimi sondaggi danno il M5s a pochissima distanza dal Pd. E la prospettiva dell’eventuale sorpasso, a ridosso del congresso, porterebbe carburante ai motori di quelli che addirittura vorrebbero, alla sinistra del partito e appena fuori dai suoi confini, vedere il Pd aprirsi al punto da confondersi con il Movimento in un mare magnum. Motivo in più per fare in fretta.  


 

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.