L'intervista

“Il termovalorizzatore non si tocca”. Parla Sabrina Alfonsi

Gianluca De Rosa

L’assessore ai Rifiuti spiega che l’impianto non può diventare materia di scambio con i 5 stelle per l’alleanza alle regionali e ammonisce il governo che verrà: "Non torniamo indietro"

Non penso che il cambio di governo possa avere alcuna ricaduta negativa sugli impianti finanziabili attraverso il Pnrr, lo stesso vale per quanto riguarda le attribuzioni del sindaco come commissario straordinario per il Giubileo”. Certo Sabrina Alfonsi, assessora dem ai Rifiuti della capitale, non è contenta. Il Pd ha perso le elezioni e Giorgia Meloni si appresta a sedersi a palazzo Chigi, ma lei è comunque convinta di una cosa: il nuovo governo non toccherà la norma approvata dallo scorso Parlamento che attribuisce al sindaco poteri straordinari sulla gestione dei rifiuti, per capirci, i poteri necessari per costruire il nuovo termovalorizzatore. “Le scelte che abbiamo compiuto per portare Roma fuori dall’eterna emergenza – dice – sono chiarissime, si muovono all’interno della normativa comunitaria e nazionale sui rifiuti, non mi sembra ci siano margini per eventuali ripensamenti. Si tratta di un tema che è già stato ampiamente strumentalizzato, spero che nessuno abbia intenzione di continuare per alimentare le proprie battaglie politiche”. Non è solo il governo a spaventare. Il termovalorizzatore, sparo di Sarajevo all’origine della caduta del governo Draghi, è anche l’ostacolo a una futura alleanza elettorale con il M5s in vista delle elezioni regionali in Lazio. “Portare un tema del genere a un tavolo politico è un grave errore, mi auguro non lo facciano”, dice Alfonsi.


Intanto però urge capire a che punto siamo. “Domani – spiega Alfonsi – scade il termine per la presentazione delle osservazioni in sede di Valutazione ambientale strategica al piano rifiuti, seguirà poi la fase delle controdeduzioni che durerà due o tre settimane, e quindi l’approvazione della versione finale che arriverà entro la fine di ottobre. Finalmente potremmo partire con la progettazione degli impianti, termovalorizzatore incluso”. Insomma, seppur con diverse incertezze, qualcosa si muove, ma la città è ancora molto sporca e allora non possiamo non chiederlo: assessora, dopo quasi un anno di lavoro è soddisfatta? “Il lavoro è stato enorme, e sono convinta che i miglioramenti, soprattutto nel settore della pulizia e dello spazzamento delle strade, cominceranno a essere percepiti, ma sarò davvero soddisfatta solo quando il livello di pulizia della città raggiungerà gli standard che Roma merita”. 


Per farlo il piano redatto dal sindaco Roberto Gualtieri prevede le Ama di municipio, piccoli distaccamenti che possano davvero migliorare la raccolta della spazzatura in città. Le opposizioni accusano la giunta di essersi limitata a nominare dei responsabili territoriali, senza creare davvero queste strutture. “Intanto – replica Alfonsi – già oggi i responsabili di municipio di Ama s’interfacciano con i presidenti e i tavoli del decoro municipali per garantire un buon servizio. E’ chiaro però che il vero scatto si farà con il piano industriale di Ama, con un cambiamento radicale della logistica dei rifiuti che partirà proprio dai municipi, con sedi municipali, stazionamenti dei mezzi dislocati per la città e almeno un’isola ecologica per municipio”.

A proposito di isole ecologiche, uno dei bandi del Pnrr ai quali Roma ha partecipato serve proprio a questo. A che punto siamo? I romani le attendono, basti pensare che alle sole 13 già presenti nel 2021 si sono recati un milione di utenti. “Entro la fine del 2023 – risponde l’assessora – saranno inaugurate le prime cinque, ed entro il 2026 arriveremo a 30, un numero finalmente accettabile per la città. Proprio due giorni fa abbiamo visitato una delle tre che nasceranno nel VI municipio, un territorio che oggi ne è sprovvisto”. 

C’è poi il capitolo differenziata. La Cgil, ma anche qualcuno dentro la maggioranza sostiene che non si stia lavorando abbastanza per incrementarla, in particolare sulla raccolta porta a porta. “Non bisogna confondere i metodi con gli obiettivi”, dice subito Alfonsi. “Il porta a porta è uno dei sistemi che si possono adottare per incrementare la raccolta differenziata, ma certamente non l’unico. Con Ama stiamo valutando come incrementarlo, tenendo però conto delle diverse realtà urbanistiche di cui è composta la città e mantenendo in equilibrio la qualità della raccolta e i costi operativi. Il piano rifiuti di Roma pone degli obiettivi molto precisi e sfidanti: per arrivare al 65 per cento di differenziate nel 2030 e  a al 70 nel 2035”.

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