Foto Ansa 

Roma Capoccia

L'Angelo Mai, metafora dell'incipiente degrado di Monti

Gianluca Roselli

Un quartiere che si trasforma in orinatoio per sbevazzatori notturni e una scuola che forse non riaprirà mai più

C’è un buco nero nel cuore di Monti. Ora però forse s’inizia a vedere la luce in fondo al tunnel di una vicenda che si trascina da 16 anni e che starebbe bene in una pièce di Ionesco. Parliamo dell’Angelo Mai, il complesso incastonato tra via Clementina e via degli Zingari, che fino al 2002 ha ospitato la scuola dei fratelli La Salle ed è dedicato al cardinale gesuita della Biblioteca Vaticana, Angelo Mai per l’appunto, che all’inizio del XIX secolo ebbe il merito di riportare alla luce frammenti del De Republica di Cicerone. Dal 2009 lo spazio è abbandonato. Sarebbe dovuto diventare la sede di una scuola e non uno dei simboli del degrado in cui versano molte strutture della Capitale, lasciate spiaggiare senza che nessuno muova un dito, come lo Stadio Flaminio o le ex caserme di via Guido Reni.


Per comprendere la vicenda occorre un passo indietro. Dopo il 2002 il Comune non sa bene che cosa farci e la struttura viene occupata da famiglie e ragazzi che, insieme a un collettivo di artisti, ne fanno un centro sociale, l’‘Angelo Mai occupato’. Poi, nel 2006, l’allora sindaco Walter Veltroni decide che lì deve andare una scuola, la media Visconti di via IV novembre (il Viscontino), quindi decide di sgomberare il centro sociale promettendo agli occupanti un’area vicino alle Terme di Caracalla, cosa che avverrà solo nel 2009. Nel frattempo sono approvati 3 lotti di lavori, ma solo uno sarà terminato: gli altri si bloccano per intoppi burocratici e mancanza di fondi, con rimpallo di colpe tra le istituzioni cittadine. A quel punto inizia uno stallo che dura fino al 2013, quando viene promosso il progetto definitivo di ristrutturazione per accogliere la scuola, che però si blocca di nuovo. Nel frattempo la struttura diventa fatiscente: cascano calcinacci, si deteriorano gli affreschi della cappella, il giardino diventa una sorta di foresta amazzonica, è addirittura in pericolo la sua stabilità. Un rudere.


Tutto fermo per anni, 9 milioni buttati, il garbuglio che sembra sciogliersi nel 2020, poi altro stop. E ora si riparte. Però bisogna cambiare, perché il progetto del 2013 è invecchiato e occorre una variante che tenga anche conto della normativa attuale. “A settembre 2021 sono cominciati i lavori di bonifica e messa in sicurezza dell’area, poi si procederà alla ristrutturazione e al restauro vero e proprio. Il genio civile ha dato il via libera, ma va ammodernato il progetto del 2013. L’obbiettivo finale è sempre farne una scuola, con alcune parti messe a disposizione della collettività, per esempio il giardino”, sostiene l’assessore ai Lavori Pubblici, Ornella Segnalini
E qui casca l’asino, perché dal rione si alzano obiezioni al giardino pubblico. Non lo vogliamo. Qui siamo già preda della movida sfrenata, se ci mettiamo un altro punto di ritrovo, diventerà subito un centro di spaccio e bevute…”, dicono le voci del quartiere. A Monti, ricordiamolo, qualche anno fa i residenti si opposero strenuamente alla pedonalizzazione proprio per evitare l’‘effetto Campo dei Fiori’. I giovani, però, ci vanno lo stesso. 
Per il restauro della cappella e del giardino - aree di competenza non del Campidoglio ma bensì del I municipio - è invece in corso la gara d’appalto. “A parte Villa Aldobrandini, Monti non ha spazi verdi. Offrire alla collettività il bellissimo giardino dell’Angelo Mai è un’occasione da non perdere”, osserva la presidente del I municipio, Lorenza Bonaccorsi. Contro la mala movida, fa notare, il Comune ha già deciso la chiusura dei minimarket alle 22, il divieto di asporto di bevande in vetro dalle 23 e le restrizioni sui tavolini abusivi. “Capisco la preoccupazione dei residenti, ma la mala-movida non si combatte con divieti e chiusure, altrimenti chiudiamo tutto e facciamo prima. Penso invece che quel giardino possa essere un arricchimento per l’intero rione: per le famiglie, gli anziani, i bambini”, sottolinea Bonaccorsi. Anche qui, come in altre parti del centro, molti residenti sono andati via: chi ha casa di proprietà si sposta e affitta ai turisti, trasformando la zona in un grande ‘airbnb’. Intanto per l’Angelo Mai si aspetta ancora e forse il Viscontino è ormai troppo grande per essere ospitato lì. “Anche sulla destinazione finale andrebbe fatta un’ulteriore riflessione…”, aggiunge Bonaccorsi. Lo spazio è magnifico e, secondo alcuni, per una scuola media è un po’ sprecato.

Di più su questi argomenti: