Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Roma Capoccia

Caro Gualtieri, ecco tutto quello che non va

Gianluca De Rosa

Piccola mappa del degrado capitale. Municipio per municipio gli interventi su cui deve misurarsi la nuova giunta

Il comune è importantissimo, ma un ruolo centrale per i servizi e il decoro della città lo giocano, i municipi. Quindici mini città (il meno popoloso, l’VIII ha 130.784 residenti, il più abitato, il VII ne conta quasi il doppio, 305mila). Le nuove giunte sono quasi tutte – 14 su 15 – di centrosinistra, allineate con Roberto Gualtieri. Quand’è che se qualcosa non funziona potremmo prendercela con loro? Andiamo con ordine. L’ente municipio è regolato dall’articolo 26 dello statuto di Roma Capitale che lo dota di autonomia gestionale e finanziaria. Lo stesso articolo stabilisce quali sono le sue competenze. Certamente se non riusciamo a rinnovare la carta d’identità possiamo arrabbiarci con loro. I servizi demografici sono questione municipale. Lo stesso vale per la manutenzione stradale, il verde, le scuole, il commercio su area pubblica e i servizi sociali. Ma qui le cose si fanno più complicate perché le competenze si sovrappongono a quelle comunali.

 

Per le strade (e lo sfalcio dell’erba sui marciapiedi che le percorrono) la regola è semplice. I 5.500 chilometri di asfalto che compongono il sistema viario romano sono perfettamente divisi da una delibera del 2004: 800 chilometri di viabilità principale (quelle che, per intenderci, assorbono quasi il 70 per cento del traffico capitolino) devono essere manutenute dal comune, i restanti 4mila e rotti sono affare dei municipi. Per quanto riguarda il verde urbano la suddivisione delle competenze dice: sopra i 5mila mq la competenza è comunale, sotto la manutenzione spetta ai municipi. In pratica ville storiche e grandi parchi li deve curare il comune, mentre piccoli parchetti e aree cani sono compito dei municipi. Gli alberi invece sono sempre in capo al dipartimento capitolino, a eccezione delle scuole, dove tutta la manutenzione del verde spetta ai municipi (alberi compresi). Più in generale la manutenzione degli istituti scolastici comunali è quasi sempre gestita da questi ultimi. I 15 municipi della Capitale sono diversissimi tra loro per estensione – il più grande il XV si estende per 187 chilometri quadrati, il più piccolo, il II, per soli 19 – reddito – si oscilla dai 17.460 euro del VI ai 41.473 del II –, presenza di verde e scuole. Di conseguenza anche le priorità che i nuovi minisindaci dovranno affrontare sono molto diverse. Ecco una panoramica sulle principali sfide. Su alcune cose i municipi dovranno cavarsela da soli, mentre per le grandi opere servirà la collaborazione del comune e non solo.

 

I (Centro storico, Prati, Testaccio)

La scommessa della presidente Lorenza Bonaccorsi è di ripopolare il centro attraverso incentivi agli affitti per giovani coppie. Sul commercio ci sarà da lavorare su quanto stabilito dal tavolo del decoro per lo spostamento degli ambulanti dalle aree di pregio. Per il verde Bonaccorsi ha proposto di applicare il modello di cooperazione già utilizzato a piazza Cairoli e via Plava in altri luoghi simili, come villa Celimontana e il parco della Resistenza di via Marmorata. La sfida più difficile sarà la riqualificazione del parco del Colle Oppio. Uno scempio a un passo dal Colosseo. La grande opera del municipio sarà la riqualificazione dell’area della stazione Termini, da via Giolitti a piazza dei Cinquecento.

 

II (Parioli, Flaminio, San Lorenzo)

La riconfermata presidente del II municipio Francesca Del Bello promette nei primi 100 giorni ben tre pedonalizzazioni: piazzale del Verano, piazza Mincio e via della XVII Olimpiade. Fronte parchetti c’è la questione playground di San Lorenzo, inaugurato da pochissimo, ma già pieno di monnezza. Se Del Bello vorrà tenerlo pulito sarà necessario firmare al più presto un’apposita convenzione con Ama. Sempre a San Lorenzo la minisindaca dovrà riuscire insieme al comune a capire che cosa fare dell’area di via dei Lucani, il complesso immobiliare abbandonato dove alcuni anni fa è stata violentata e uccisa la 16enne Desireè Mariottini.

 

III (Monte Sacro, Talenti)

Le due sfide con cui dovrà iniziare a confrontarsi il neo minisindaco Paolo Marchionne sono l’apertura della materna di via Tofano e la riapertura dell’asilo di Castel Giubileo. Questione ancora irrisolta anche la piazza fantasma di Val Melaina, al Tufello, dove sorgeva il vecchio mercato oggi c’è solo monnezza e degrado. Mentre tra le grandi questioni del municipio c’è senz’altro il futuro del Tmb Salario, l’impianto di trattamento dei rifiuti di Ama andato a fuoco alcuni anni fa.

 

IV (Tiburtino)

Se Roma lo vincerà sarà il municipio dell’Expo 2030. Da qui può passare il futuro della città. Il primo passo non può farlo certo il municipio, ma è senz’altro il completamento del raddoppio della Tiburtina. I principali problemi quotidiani invece sono i servizi sociali, con liste di attesa per l’assistenza di disabili e anziani praticamente bloccate. Far ripartire questi servizi è la prima promessa del neo minisindaco Massimiliano Umberti.

 

V (Prenestino, Centocelle)

Il V municipio, il più densamente popolato della città, è anche quello con il maggior consumo di suolo. Per questo, ha promesso il neo presidente Mauro Caliste, si impediranno nuovi interventi. Sul territorio insiste il parco di Centocelle di cui i cittadini chiedono invano da anni la bonifica dei rifiuti pericolosi. Sulle aree verdi dall’Alessandrino a Tor Tre Teste ci sarà un lavoro enorme da fare per riportare almeno un po’ di decoro.

 

VI (Torre Angela, Tor Bella Monaca, Giardinetti Finocchio)

Il municipio più complesso e povero della Capitale è anche l’unico dove ha vinto il centrodestra. Per il neo minisindaco Nicola Franco sarà una sfida gigantesca che difficilmente il municipio può affrontare da solo. L’elenco dei problemi è indicativo. Tra torre Angela e Tor Bella Monaca sorge la maggior parte dei fatiscentissimi alloggi popolari di Roma. Il territorio è il più colpito dal fenomeno dei roghi tossici e ad oggi ospita l’unico impianto di trattamento dei rifiuti di Roma, il Tmb di Rocca Cencia di cui i cittadini invocano la chiusura. Nel VI municipio si trova anche la più famosa incompiuta della città, Vela di Calatrava.

 

VII (San Giovanni, Appio Latino)

Per i primi 100 giorni il presidente Francesco Laddaga promette, in stile Gualtieri, un piano di monitoraggio e pulizia di tombini e caditoie. Poi, la riqualificazione dell’area giochi di via San Tarcisio di quella di via Angeloni alla Romanina. Piccola rivoluzione possibile: l’apertura del collegamento tra metro A e C a San Giovanni. Grandi opere sognate: iniziare la progettazione della nuova fermata dei treni regionali a piazza Zama, completare le complanari dell’A1 verso i quartieri limitrofi e la riqualificazione della stazione Tuscolana. Laddaga garantisce anche l’apertura di un nuovo teatro comunale e di un centro sportivo.

 

VIII (Appia, Garbatella, San Paolo, Tor Marancia)

La questione urbanistica più complessa è quella degli ex mercati generali, un’area gigantesca ancora abbandonata. Ultimamente è stata paventata la possibilità di realizzare qui il nuovo stadio della Roma. L’altro grande obiettivo è la riapertura dell’immenso parco di Tor Marancia. Sul verde il riconfermato presidente Amedeo Ciaccheri promette la realizzazione di nuove aree nei quartieri Tintoretto e Montagnola e di un campo sportivo a via di Grotta Perfetta. I cittadini di ostiense aspettano senz’altro anche la riapertura del ponte ferroviario Giulio Rocco che collega alla Garbatella chiuso dal terremoto del 2016.

 

IX (Eur, Laurentino)

L’ex sindacalista Titti Di Salvo nella sua nuova avventura da minisindaco dell’Eur parte dai servizi sociali. La sua prima promessa elettorale è quella di potenziare il Pua, i punto unico di accesso municipale per intercettare le richieste dei cittadini in difficoltà. Le grandi sfide per questo territorio sono i progetti per le torri delle finanze e l’area dell’ex velodromo. Bisognerà anche capire se si riuscirà finalmente ad aprire il nuovo acquario di Roma.

 

X (Ostia, Acilia)

Servirà tutto il supporto del comune, ma la principale sfida che attende il presidente Mario Falconi è quella di portare i servizi essenziali, illuminazioni, fogne e scuole, lì dove ancora mancano, dall’Infernetto agli Stagni di Ostia. C’è poi la questione spiagge. Bisognerà capire se il dem vorrà seguire la strada tracciata dai 5 stelle che prevede di riservare solo il 50 per cento delle spiagge alle concessioni per superare davvero definitivamente il celeberrimo Lungomuro di Ostia.

 

XI (Magliana, Portuense)

Al XI municipio si sognano parchi lungo il Tevere. È questa una delle principali scommesse del neo presidente Gianluca Lanzi. Il modello è il parco Tevere che già sorge a Magliana. Quello andrà allargato, un’area simile sarà creata all’altezza di viale Marconi. Altri nuovi parchi dovranno essere realizzati sulla Portuense e al Trullo. Capitolo grandi opere. Il municipio ne attende due. Il ponte dei Congressi che collegherà i due lati del Tevere (Eur e Magliana) e la funivia a Magliana. Sul verde si punta sulla riqualificazione dei giardini di piazza Mosca al Trullo.

 

XII (Monte Verde, Gianicolense, Bravetta, Massimina)

Si partirà spostando la sede del municipio. Il neo presidente Elia Tomasetti spera di portarla dentro l’ex istituto Forlanini. Tra gli obiettivi c’è quello di di riuscire a ottenere l’abbattimento del residence Roma: edifici mai finiti, scheletri di cemento armato che incombono su via di Bravetta. L’opera più importante del municipio non dipende né da questo, né dal comune, ma dalla Regione ed è la bonifica dell’ex discarica di Malagrotta.

 

XIII (Aurelio, Monte Spaccato, Casalotti)

Anche se ci sarà già da manutenere, cosa non banale, il parco di villa Carpegna, la minisindaca Sabrina Giuseppetti sogna anche di aprire ai cittadini il parco della Cellulosa a Casalotti. Altro obiettivo: aprire un centro giovani nell’ex fornace Veschi. Sulle ciclabili si punta ad allungare quella già discussa di Pineta Sacchetti fino alla metro Cornelia e al collegamento tra parco di Monte Ciocci, Pineto e villa Pamphili. Questione significativa sono le incompiute. L’Auditorium di via Pineta Sacchetti, costato al municipio quasi 2 milioni di euro e andato a fuoco nel 2016. E il parcheggio Cornelia, manufatto ipertecnologico mai aperto.

 

XIV (Monte Mario, Balduina, Primavalle)

Gli obiettivi riguardano grandi opere. Si parte dal prolungamento della metro A a Monte Mario, con fermata intermedia a Torrevecchia  e si arriva allo sdoppiamento di via di Torrevecchia bis per snellire il traffico oggi insopportabile. Un altro grande tema riguarda la centralità del Santa Maria della Pietà, l’ex manicomio è oggi parzialmente utilizzato da Asl e municipio, ma per grandezza e potenzialità potrebbe ospitare un’università

 

XV (Ponte Milvio, Cassia, Cesano)

Uno dei principali problemi del XV municipio riguarda il risanamento idraulico di Prima Porta che è ancora a rischio allagamento. Sempre sullo stesso tema servirà lavorare al collettore alto della Farnesina per evitare che i fiumi d’acqua invadano di nuovo Corso Francia. Sul XV municipio insiste anche il grande tema urbano della chiusura dell’anello ferroviario. Se ci si riuscirà potrà finalmente aprire la stazione Vigna Clara. Il minisindaco Daniele Torquati invece dovrà vedersela con cose più piccole, ma non meno importanti, come il centro polifunzionale mai aperto di valle Muricana e il palazzetto dello sport incompleto di Colli d’Oro.

 

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