Primavalle a destra

Gianluca De Rosa

“Malgrado la vergognosa pastetta Pd-M5s vinceremo noi”. Parla Pasquale Calzetta

Roma. In una tornata elettorale da mezze calzette, sembra essere l’unica intera. Dopo un lungo tribolare, il centrodestra ha deciso. E’ lui l’uomo giusto per le elezioni supplettive nel collegio di Primavalle, competizione apparentemente minore, ma che si svolgerà lo stesso giorno delle amministrative capitoline. Un fatto che l’ha caricata di molti significati ulteriori.


Pasquale Calzetta, 60 anni, funzionario dell’Aran (l’agenzia per i contratti della pubblica amministrazione), per vent’anni amministratore locale (presidente due volte del municipio dell’Eur), per quel seggio ha già corso nel 2018, sconfitto di mille voti dalla grillina Emanuela Del Re, ora dimissionaria. Calzetta, in teoria, è adesso il super favorito. “Con il centrodestra unito possiamo vincere, ma i miei avversari mezze calzette – scherza – mi fanno paura, anche perché chi mi dice che questa non è tutta una manovra per fregarci?”. Il riferimento è alla sorprendente scelta del M5s di non presentare nessun candidato, lasciando a Calzetta un unico vero avversario, il candidato del Pd Andrea Casu. Una tacita desistenza, quella dei grillini, che potrebbe favorire i dem. “Non mi aspettavo minimamente una cosa del genere – dice – ma come si può abbandonare un collegio dove hai preso oltre il 34 per cento? E’ una violenza fatta ai cittadini che hanno creduto nel M5s. Pensar male viene spontaneo, certo se fossi grillino sarei molto arrabbiato, una scelta del genere sicuramente non favorisce la Raggi, anzi, le fa un danno grosso. Io e Michetti a Primavalle ci andremo insieme”. E non è l’unica storia strana: martedì anche la candidatura dell’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, che voleva presentarsi con il simbolo dell’Italia dei Valori, è saltata. Mancavano le firme. A Calzetta sembra tutto paradossale. “Ne bastavano 300, possibile che un ex ministro non riesca a raccoglierle? Un’attivista mediamente esperto ci avrebbe messo pochi giorni”. Il candidato del centrodestra comunque non appare spaventato. “L’operazione è misteriosa, ma ancor più strano sarebbe che un elettore voti 5 stelle e Raggi sulle altre schede, poi ne apra un’altra e voti il Pd. Non credo accadrà: i delusi della sinistra e del M5s vedranno nel centrodestra una valida alternativa”.

 

L’altro avversario di Calzetta rimasto in campo è Luca Palamara, l’ex presidente dell’Anm, finito al centro dello scandalo toghe che dopo aver scritto un libro con il direttore di Libero Alessandro Sallusti si è adoperato per diventare un simbolo per una giustizia diversa. Palamara ha provato fino all’ultimo a convincere il centrodestra a candidarlo, ma alla fine è dovuto andare da solo. Come racconta Calzetta però sul suo nome il centrodestra ha persino rischiato di dividersi. “C’è stato un avvicinamento di questo ex magistrato durante la raccolta firme della Lega sui referendum per la giustizia, molto probabilmente in quell’ambito era stata abbozzata un’ipotesi di collaborazione. Per fortuna il presidente Berlusconi ha tenuto il punto e Salvini ha convenuto che era fondamentale andare uniti, dividersi sarebbe stata una follia”. Eppure proprio parlando di giustizia Palamara potrebbe riuscire a soffiare qualche voto al centrodestra. “Mah, oggi Palamara si atteggia a strenuo difensore del garantismo, ma io vorrei ricordare che lo è grazie a un trojan installato sul suo telefono: non ci fosse stato quell'intoppo era ancora lì a decidere i presidenti di questo o quel tribunale. L’unica persona che in Italia può rappresentare il garantismo è il presidente Berlusconi che le cose che sono uscite sul libro di Sallusti le diceva 20 anni fa”. 

Rimane Casu. “Non lo conosco – dice Calzetta – ed è strano perché sono oltre 20 anni che faccio l’amministratore in città, mi piacerebbe molto fare un confronto pubblico con lui e Palamara,  certo sui problemi del territorio, non per fare i paladini della giustizia”. Confronti a parte, Calzetta intende recarsi a Primavalle il prima possibile. “Cercheremo di parlare dei problemi dei cittadini aprendo due sportelli d’ascolto: voglio essere il deputato di quel territorio, un riferimento per i cittadini e per gli eletti al municipio e in comune, da ex amministratore so bene che senza un referente in Parlamento alcune cose sono molto difficili da fare”.

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