Poltrona per due

Salvini rilancia su Roma e detta il profilo del candidato sindaco

Il leader della Lega analizza i risultati delle amministrative e butta il cuore oltre l'ostacolo. Ma rischia lo scontro con gli alleati a cui dice "a Sud abbiamo sbagliato scelta"

Il voto amministrativo del 2021, la Roma di Virginia Raggi con il M5s in crisi, il silenzio del centrosinistra, il possibile scontro tra visioni nel centrodestra

A urne nazionali chiuse, tutte le parole del leader della Lega Matteo Salvini portano a Roma. Una Roma da cui ripartire, una Roma su cui rilanciare un’Opa (viste anche le difficoltà dei Cinque stelle sul territorio e in generale, e visto il silenzio del centrosinistra sul possibile candidato). Una Roma a cui dare un nome “civico” per la corsa a sindaco e, si intuisce, un nome diverso da quello che potrebbe esprimere e preferire l’alleata scomoda Giorgia Meloni, colei che ha raggiunto il 14 per cento di consensi (mentre la Lega ha perso voti). Ed ecco dunque che Salvini, nelle analisi del giorno dopo sulla consultazione elettorale, insiste molto sulla non-adeguatezza del tipo di candidato espresso dal centrodestra nelle regioni in cui il centrodestra ha perso, con chiaro messaggio alla leader di Fratelli d’Italia: “Al sud, in Puglia e in Campania, è stata l’offerta del centrodestra in generale a non essere all’altezza. Servono candidati da imprese e professioni”. E quando a Salvini chiedono, sul Corriere della Sera, se per caso non stia parlando della scelta di Raffaele Fitto in Puglia, Salvini risponde ribadendo il concetto, e lanciando un drappo rosso in direzione Campidoglio: “Posso dire che in Puglia e in Campania non abbiamo intercettato la richiesta di cambiamento che veniva dai cittadini e adesso dobbiamo guardare al futuro. Nel 2021 vanno al voto tutte le più grandi città italiane, tutte a guida Pd o Cinque stelle”. E ci vuole gente “senza tessere di partito in tasca”, perché “l’alleanza si deve allargare”.

 

I contorni del disegno erano già apparsi chiari, quando, nella primavera scorsa, era circolato con insistenza, come possibile candidato sindaco di Roma per la Lega, il nome del manager Flavio Cattaneo. E anche se Cattaneo ha negato il coinvolgimento, l’idea è che il casting salviniano voglia pescare in ambienti simili a quelli in cui il manager si muove: l’ambiente delle “professioni”, appunto. Comunque non l’ambiente dei partiti, in nome di un’autorevolezza conquistata sul campo da chi si è sporcato le mani: “L’anno prossimo”, ha detto ancora Salvini, “ci saranno da scegliere i nuovi sindaci a Roma, Torino, Bologna, Napoli, Milano. I romani si aspettano un’offerta migliore rispetto alla Raggi e i milanesi qualcosa di diverso da Sala che ormai si è seduto. Il centrodestra, e in primis la Lega, ha l’onore e l’onere di scegliere persone credibili”. Dall’altro lato della coalizione c’è Fratelli d’Italia. E Giorgia Meloni, su Roma, si muove al momento ancora sottotraccia, lasciando però trapelare una visione opposta: candidato politico-partitico (Fabio Rampelli?). La domanda è: arriveranno a scontrarsi, queste due visioni? Intanto Salvini di Meloni dice: “Non commento gli errori degli altri, men che meno degli alleati”.