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Sindache allo specchio

Giulia Pompili

La Raggi molla tutto e vola in Giappone per incontrare la sua nemesi: la sindaca di Tokyo Koike

Roma. Chissà cosa avrà raccontato il sindaco Virginia Raggi a Yuriko Koike, la governatrice di Tokyo che da quando è stata eletta, tre anni fa, sta lentamente cambiando faccia alla capitale giapponese per traghettarla alle Olimpiadi estive del prossimo anno. Divieto di fumo ovunque, plastica bandita, trasferimento dello storico mercato del pesce. Le migliorìe, in una megalopoli già iper efficiente come quella giapponese, potrebbero sembrare inutili. E invece il governo centrale di Shinzo Abe ha chiesto a Tokyo di potenziare il settore turistico, e i cambiamenti la Koike li sta facendo sul serio: a partire dal servizio pubblico (Tokyo ha 304 chilometri di metropolitana) che ormai è a misura di chiunque parli inglese. E allora chissà cosa avrà raccontato della sua esperienza da sindaca di Roma la Raggi, che è in tour a Tokyo e qui ha partecipato all’Urban 20, il G20 dei sindaci, per parlare dei temi che si portano tanto in questo periodo: cambiamenti climatici, sviluppo, sostenibilità – motivo per il quale questa settimana non c’è stato il consiglio comunale a Roma, tanto di urgenze mica ce ne sono.

     

Raggi ha scritto su Twitter di aver incontrato il sindaco di Berlino Michael Müller, poi quello di Riad Tariq Abdulaziz Alfaris, ma soprattutto la Koike, la governatrice dal pugno di ferro che appena è stata eletta, nel 2016, ha detto che le Olimpiadi erano un’opportunità per la città, e che avrebbe controllato ogni spesa e che avrebbe tagliato i costi inutili – che è quello che fa un politico: prendersi la responsabilità di far funzionare le cose con un budget revisionato (la città di Tokyo ha stanziato 13 miliardi di dollari, tagliati dai venti previsti). Nel 2016 invece Virginia Raggi aveva detto di no alle Olimpiadi di Roma 2024 perché aveva paura “della corruzione”: “Sarebbe da irresponsabili”, aveva detto. Eppure nei giorni scorsi si è fatta fotografare insieme con la collega di Tokyo dietro ai banner di Tokyo 2020, e forse avrà capito qualcosa in più dei Grandi eventi con i quali si possono finanziare un sacco di cose, perfino un servizio pubblico decente. E sarebbe altrettanto curioso sapere che cosa avrà raccontato la Raggi ad Akihiko Kanai, vicecommissario dell’Agenzia per il Turismo del Giappone, quando martedì scorso si sono incontrati per parlare di “promozione del turismo giapponese” a Roma. Prima di sbarcare a Fiumicino ai turisti giapponesi viene ossessivamente ripetuto di stare attenti, ci sono blog che si occupano di come tenere la borsa in metropolitana e come comportarsi intorno alla stazione Termini, dove tenere il cellulare quando ci si siede al ristorante. Da una parte c’è la capitale giapponese, ovvero il luogo più sicuro del mondo dove la piccola criminalità praticamente non esiste. Dall’altra c’è Roma, e i suoi disastri. Chissà se l’aria di Tokyo – tra le più pulite d’Asia – farà bene alla Raggi.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.