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La polemica tra Salvini e Raggi è una commedia stucchevole sulle spoglie di Roma

Domenico Di Sanzo

Che la Capitale sia nel mirino della Lega non è un segreto, ma la novità sta nell’utilizzo strumentale di rifiuti, buche e stazioni della metropolitana chiuse contro il M5s

Roma. Molliche di pane, Batman, Wonder Woman, topi giganti e gabbiani aggressivi. Se Roma è un po’ metafora d’Italia, allora diventa quasi un automatismo scontato la trasposizione in salsa cittadina del mezzo baraccone da campagna elettorale permanente allestito dai gialloverdi di governo. Luigi Di Maio contro Matteo Salvini, quest’ultimo contro Virginia Raggi, in un’escalation posticcia che rinvigorisce sia la Lega sia il M5s. Succede a Palazzo Chigi, con prospettiva sul Campidoglio grillino. Che la Capitale sia nel mirino del Carroccio ormai non è più un segreto, ma la novità sta nell’utilizzo strumentale di rifiuti, buche e stazioni della metropolitana chiuse, in chiave direttamente funzionale all’ “alleanza competitiva” tra le due forze politiche di maggioranza.

 

Il botta e risposta costante avviene puntualmente davanti a una telecamera o sui social network. Con i due protagonisti, Salvini e Raggi, compiaciuti delle loro prodezze verbali, in una sorta di voyeurismo del battibecco.

 

L’ultima serie di polemiche la inaugura il capo della Lega, ospite di “Quarta Repubblica” su Rete 4 il 25 marzo, parlando di “topazzi e gabbiani aggressivi che tra un po’ ti vengono a mangiare in casa”. Ieri a Di Martedì su La7 un nuovo attacco: “I topazzi di 30 centimetri e i gabbiani come pterodattili si evitano svuotando i cassonetti”. Il linguaggio non è casuale, segna un cambio di passo rispetto a ciò che lo stesso ministro dell’Interno diceva un anno fa, a maggio del 2018: “Roma è bellissima e non ci sono neanche le buche”. “I romani mi dicono daje”, risponde adesso il Capitano a chi gli chiede se la Lega punti ad avere il prossimo sindaco della Capitale, nel 2021. Un appuntamento elettorale abbastanza lontano, considerando le evoluzioni fulminee a cui ci ha abituato la politica negli ultimi anni. La strategia, quindi, è nazionale. E Roma è solo il campo di battaglia di due alleati che, in uno scontro grottesco, continuano a punzecchiarsi proprio per immettere linfa vitale nel governo in apnea.

 

Così Raggi sta al gioco. Non perdendo l’occasione di farsi simbolo di un M5s che, stando a questa rappresentazione, resiste allo strapotere leghista. La sindaca tira fuori anche lei la calata romanesca: “Mattè magna tranquillo” replica all’Opa del Carroccio sul Campidoglio. Nella corsa a chi ottiene più like e visibilità, si fa riprendere mentre spiega a Salvini il debito di Roma spezzettando molliche di pane in una trattoria. I due, a un certo punto, diventano un cartone animato: “Se Salvini è Batman per aver portato 136 poliziotti in più a Roma, allora io sono Wonder Woman per aver assunto oltre mille vigili”. Gli indici di gradimento oscillano, i titoli di giornale arrivano. I problemi di Roma restano.

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