Maria Grazia Chiuri Al Teatro dell'Opera di Roma (foto LaPresse)

L'incanto della Nuit Blanche al teatro dell'Opera, tra la bellezza di Abbagnato e Dior

Fabiana Giacomotti

I meravigliosi costumi immaginati dal direttore creativo Maria Grazia Chiuri apprezzatissimi dal pubblico romano

E’ una grande soddisfazione, di certo per il sovrintendente Carlo Fuortes, senza dubbio per il direttore creativo di Dior Couture, Maria Grazia Chiuri, che ha disegnato i costumi del balletto “Nuit blanche”, aver riempito per quattro sere e cinque repliche i 1.600 posti dell’Opera di Roma per lo spettacolo celebrativo dell’opera di Philip Glass. La sera della pre-apertura, su invito Dior, gli ospiti erano stati talmente filtrati e i no alle richieste così numerosi che la sala in cui rimbombavano gli elegantissimi applausi ci aveva un po’ preoccupati.

 

E invece no: i meravigliosi costumi immaginati da Chiuri nelle sfumature di un’aurora boreale, e arricchiti da duemila fra fiori e boccioli ricamati e applicati per Eleonora Abbagnato, Friedemann Vogel e i loro comprimari, hanno “incantato”, verbo assai di moda e un po’ abusato ma in questo caso appropriatissimo, il pubblico romano, di solito restio alle novità. Sulla perfezione estetica dei costumi delle parti femminili, realizzati dalla sartoria dell’Opera, cioè sotto la direzione di Anna Biagiotti, non avevamo dubbi ancora prima di averli visti in scena, che è momento fondamentale per formulare un giudizio obiettivo; quelli maschili, al tempo stesso asimmetrici e profondamente aggraziati, sono stati la vera novità.

 

Splendida anche la scala cromatica degli accademici di Ben Benson per la coreografia più interessante, ancorché non recentissima (è degli anni Ottanta), quella della partitura di “Glass pieces”. Dunque non diteci che Roma si esprime solo attraverso gli attuali occupanti del Campidoglio: per essere internazionale, deve solo dimenticarselo.

Di più su questi argomenti: