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Come può nascere a sinistra un'alternativa al governo di Virginia Raggi

Valerio Valentini

"Noi dobbiamo essere credibili e attrattivi per un pezzo di quel mondo, che condivide con noi valori e principi. E non parlo tanto e solo di ceto politico, parlo soprattutto di elettorato", dice Amedeo Ciaccheri

Roma. A sentirselo dire da lui, che la gavetta politica l’ha fatta nella scuola popolare di un centro sociale, e che transitando dalla sinistra radicale è arrivato a governare il municipio rosso di Roma, quella della Garbatella, fa senz’altro un certo effetto. “L’invito che mi sento di rivolgere agli amici di DemA è quello di rinunciare alla tentazione di battaglie di testimonianze o di contrapposizioni policiticiste”, dice Amedeo Ciaccheri, presidente dell’VIII municipio.

 

Primum, non litigare. Non sempre così banale, come principio, a sinistra.

“Da sinistra deve nascere, ora, un fronte ampio che rappresenti una valida alternativa al governo di Virginia Raggi. E spero che chi oggi rappresenta, a Roma, il movimento di Luigi De Magistris, s’impegni a contribuire in maniera concreta a questo progetto”.

 

Si tratta perlopiù di grillini dissidenti.

“E’ interessante che nel M5s ci sia un dibattito: è un segno di vitalità e di democrazia, dopo due anni di allineamento passivo alle direttive della Raggi e del suo staff”.

  

De Magistris preme proprio su questa faglia.

“Quella del sindaco di Napoli è una proposta interessante. Quando, nel maggio scorso, ho partecipato alla loro assemblea nazionale, ho trovato un grande fermento”.

 

Però…

“Nessun però. Credo solo che DemA debba, e possa, dialogare in maniera positiva col centrosinistra cittadino per costruire una opposizione intelligente. Abbiamo ancora due anni di Raggi, davanti a noi: sfruttiamoli per coinvolgere e ascoltare associazioni e comitati civici, che costituiscono un tessuto di relazioni e di impegno sociale prezioso”.

 

Fa il grillino, Ciaccheri?

“Ma no. Guardate, io non so se il M5s si spacchi o si sgretoli. So che il governo nazionale, in cui i grillini sono decisamente coinvolti, sta spostando il Movimento sempre più a destra. Noi dobbiamo essere credibili e attrattivi per un pezzo di quel mondo, che condivide con noi valori e principi. E non parlo tanto e solo di ceto politico, parlo soprattutto di elettorato. Della gente”.

 

Farlo insieme agli ex grillini, è possibile?

“Non credo sia il momento di creare steccati. Direi che ad esempio si debba lanciare, tutti insieme nel fronte del centrosinistra, una battaglia per il sostegno delle marginalità, di cui quella dei migranti è forse la più drammatica, ma non certo la sola. Penso all’emergenza abitativa. Su questi temi, è possibile costruire una piattaforma larga che, a livello cittadino, si opponga alle scelleratezze di Salvini. La Raggi, per ora, lo ha fatto solo su Twitter: un po’ poco”.

 

Pensa a Napoli e Palermo, dunque, come modelli?

“Non credo serva andare a caccia di modelli. Quella di Beppe Sala, ad esempio, è una esperienza positiva. E quella di Padova, dove il Pd governa la città insieme a una coalizione civica di sinistra, in un contesto regionale così difficile, è una storia bellissima. E poi, nel piccolo, c’è l’VIII municipio, no?”.

 

Nel grande, invece, si parla proprio di un fronte comune per le europee. Le piace l’idea di Carlo Calenda?

“E’ allo stato embrionale, mi pare, ma la proposta è senz’altro interessante. Di qui a maggio non ci servono delle sommatorie di simboli; ci serve mettere in campo il meglio delle esperienze politiche che hanno rappresentato una vocazione europeista sana e progressista”.

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