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Come non perdere San Lorenzo

Gianluca De Rosa

“Valorizzare l’università e riqualificare”. Idee Radicali per il quartiere dov’è morta Desirée

Roma. “A San Lorenzo il problema sicurezza non è l’assenza delle forze dell’ordine, ma la mancanza di un’identità, di una visione di medio e lungo periodo intorno alla quale costruire interventi ed investimenti”. Simone Sapienza prima di essere il segretario dei Radicali Roma è uno dei novemila abitanti del quartiere stretto tra le due stazioni ferroviarie romane (Termini e Tiburtina) e l’università La Sapienza, sconvolto dallo stupro e dall’omicidio della giovanissima Desirée Mariottini. “San Lorenzo – sostiene – è come schiacciata dal degrado e dalle criticità sociali delle aree che lo circondano e che sfogano nei suoi vicoli tutto il loro carico di disagio”. Eppure secondo Sapienza la soluzione non si scorge nelle ordinanze antialcol della sindaca Raggi che: “Limitano il problema della sicurezza di San Lorenzo alla sua vita notturna, di fatto sminuendolo”, ma nemmeno nelle ruspe di Salvini. Per il radicale: “I Municipi sono delle medie città italiane e non possono essere gestiti senza un progetto. Il problema oggi è quindi chiederci qual è l’anima di San Lorenzo?”. Qual è? “Noi – dice – abbiamo solo subito il fatto di avere nel quartiere il più grande ateneo d’Europa, con due effetti perversi: la speculazione immobiliare, affitti alle stelle per appartamenti quasi mai ristrutturati, e le attività commerciali scadenti della movida notturna”. “Invece, con l’università a due passi, San Lorenzo potrebbe diventare il quartiere della Conoscenza: com’è ormai prassi a Milano, si potrebbe dare la possibilità ai dipartimenti universitari di avanzare progetti per il territorio”. “Inoltre – prosegue Sapienza – è fondamentale creare una comunità di persone, anche capendo come affrontare lo spontaneismo delle autogestioni. Sul tema si è sempre giocato tra la repressione indiscriminata della destra e la connivenza un po’ interessata della sinistra: sgomberare crea vuoti che verrebbero riempiti dallo spaccio e dal consumo di droga, ma anche la totale illegalità è inaccettabile”. E quindi? “E quindi è necessario pensare a dei percorsi di legalizzazione”. I centri sociali legalizzati non è che soddisfino il bisogno di comunità di tutti… “Ovvio, per quello si potrebbe partire dalla riqualificazione del mercato di Largo degli Osci, che oggi è semivuoto. Potrebbe diventare il cuore pulsante del quartiere, di giorno e di notte: con spazi di socialità, centri servizi e fondi commerciali, riservati però ai commercianti locali, senza investimenti decontestualizzati”.

 

Un progetto urbano per San Lorenzo in realtà già esiste, lo fece Veltroni nel 2006, prevedeva la riqualificazione dello stabile dov’è stata drogata, stuprata e uccisa Desirée, ma non è mai stato attuato. “A Roma – dice mesto Sapienza – funziona così: cambia la giunta e si fa tabula rasa”.

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