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Raggi vuole i superpoteri

Marianna Rizzini

Il sindaco di Roma a RadioRadio annuncia un incontro con Conte (il premier) e dribbla le accuse del NYT

Roma. Virginia Raggi va a RadioRadio nel giorno in cui il NYT le toglie lo scettro (Roma città dei gabbiani, è l’accusa), e ci va mentre annuncia che nelle prossime settimane vedrà il premier Giuseppe Conte (tema: gli sgomberi, i crolli, ma anche e soprattutto il sostegno a Roma Capitale: sostegno economico e politico, anche se Raggi in radio dirà più volte che lei non va certo a battere cassa). Chissà: fatto sta che l’appoggio di Matteo Salvini e Luigi Di Maio Raggi l’ha già incassato durante l’estate, e sugli sgomberi la vicinanza di linea con il vicepremier leghista non si può nascondere – tuttavia il sindaco si tutela: la competenza è prima di tutto altrui, è il concetto. I diritti dei proprietari vanno tutelati come quelli di chi sta lì dentro, dice il sindaco, anche per un giorno sociologa (“la classe media non c’è più”, forse come le mezze stagioni e la discarica di Malagrotta).

   

Non vado a “bussare a soldi”, dice poi il sindaco, e si vede che l’espressione le piace: vado a chiedere poteri per Roma, anzi superpoteri, ché la capitale “dev’essere volàno per l’Italia”, anche se non si capisce bene come faccia, Roma, ora, a farsi volàno con il mondo che guarda attonito il proliferare di gabbiani e immondizia. Fatto sta che l’intervista del sindaco nel giorno del j’accuse americano diventa occasione per auto-riabilitarsi spostando l’attenzione quel tanto che si spera basti a coprire di ottimismo il disastro percepito: ed ecco che Raggi descrive come fosse pura azione catartica la nuova raccolta differenziata nel quartiere ebraico, con “gli omini” vicini ai cassonetti e le strade pronte a una stagione di pulizia specchiata. Discetta, il sindaco, della questione “cestini antiterrorismo”, con dilemma annesso e connesso: come si fa a vedere cosa c’è nel cestino senza rischiare l’orrore del sacco trasparente che si rompe e lascia intravedere monnezza di ogni ordine e grado?

  

Incombe intanto il periodico sfacelo nei trasporti: una metropolitana che si rompe qui, un autobus che si incendia lì, motivo per cui Raggi vuole “tranquillizzare” la cittadinanza: i nuovi autobus “stanno arrivando”, anche se “comprare un bus non è come comprare una penna in un negozio”, dice il sindaco, le cui frasi sembrano andare incontro alla cosiddetta “pancia del paese” in tema di sicurezza, per poi sfiorare la fuffa futuristica di casaleggiano stampo (bisogna insegnare a tutti a “riprogrammare” e riprogrammarsi). Infine, sul calar della sera, si fa amara la parola della prima cittadina (che si parli di spiagge, appalti o opere sportive).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.