Balli e terrazze

Giuseppe Fantasia

Barbara D’Urso scatenata al concerto di Emma Marrone, e il principe Caracciolo vestito da libro Adelphi

Piangi Roma/splendi sole da far male/ho già fatto le valigie ma rimango ad aspettare”: è il canto della Raggi da una duna di Sabaudia? No, solo le parole di una canzone dei Baustelle, protagonisti di un concerto bollente (33 gradi sulla scalinata della Cavea) all’Auditorium Parco della Musica, il miglior modo per concludere il Roma Summer Fest, quasi centomila spettatori nei due mesi di concerti live, dai Simple Minds a De Gregori, da James Blunt a Sting e Shaggy. In una città in cui non si respira, la grande idea l’ha avuta l’influencer Paolo Stella, che ha scelto il ristorante nella terrazza rinfrescata dell’Hotel Eden per presentare il suo primo libro, “Meet me alla Boa” (Mondadori). Squisitezze varie preparate dallo chef Fabio Ciervo con Moët & Chandon in quantità, sitting impeccabile supervisionato dal direttore Luca Virgilio, cadeaux très chic (un set di Creme de La Mer), molto apprezzato da Elisabetta Marra (Bulgari), dalla dermatologa Chantal Sciuto e dallo shoes designer Diego Dolcini. Parlare di concerti e di sacrifici con Emma Marrone è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita.

 

La ritroviamo al Nativo, al Ponte della Musica, dove Barbara D’Urso si scatena nelle danze grazie a Daniele Greco mentre Alessandro Preziosi diventa il re della pista grazie a una bionda. E’ Agnese Pompei degli Horti Sallustiani, che sceglie lo Spazio Niko Romito ai Parioli per brindare al genetliaco, continuato poi alla Galleria Indipendenza di Marco Zevi – un posto tutto da scoprire – e a Capri con Nicole Covelli Rigamonti, proprietaria del TC Belle Arti. All’Ultima Spiaggia di Capalbio il principe Nicola Caracciolo arriva dopo la colazione (leggi pranzo), per evitare folle fastidiose, vestito con colori che ricordano le copertine di Adelphi. Anche lui è nel libro “L’Ultima” dove Furio Colombo scrive la frase perfetta: “Se qualcosa è cambiato e non ritrovate la festa, non è colpa nostra, è la destra”.

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