Roma, il blitz della Polizia in un campo nomadi al camping River in via Tiberina (foto LaPresse)

Sui rom a Roma “il massimo che faranno è chiudere un campo in cinque anni”

Massimo Solani

La giunta Raggi punta sulla scolarizzazione. "Lo sanno che nei campi appena il 4 per cento dei bambini arriva alla terza media?”, dice Carlo Stasolla, presidente dell’“Associazione 21 luglio”

Roma. Il “piano rom” varato dalla giunta Raggi a maggio 2017 ha un capitolo dedicato alla scolarizzazione in cui si parla addirittura di facilitare l’ingresso all’università. Ma di cosa stiamo parlando? Lo sanno che nei campi appena il 4 per cento dei bambini rom arriva alla terza media?”. Carlo Stasolla, presidente dell’“Associazione 21 luglio” è sconsolato dopo la pubblicazione dell’ultimo rapporto.

 

Cosa dice quel numero sul crollo della scolarizzazione dei bambini?

 

“La cartina di tornasole dello stato di sofferenza di una comunità è rappresentata sempre al meglio dalla condizione dei minori. Per questo quel dato è allarmante. E riguarda soltanto le iscrizioni a scuola. Aggiungiamo che mediamente su dieci iscritti solo due hanno una frequenza regolare, significa che una intera generazione si sta perdendo e che per recuperare questo gap servirà un tempo dieci volte più lungo. Di fronte a tutto ciò l’amministrazione non sta facendo nulla a livello di politiche scolastiche”.

 

Che significa per il futuro se i bambini nomadi non vanno più a scuola?

 

“Significa generazioni meno integrate e che anche i figli di questi bambini domani saranno meno motivati a frequentare le scuole. Significa matrimoni sempre più precoci. Significa, matematicamente, anche aumento della criminalità. II fallimento totale delle politiche di inclusione in una prospettiva da qui a venti anni”.

 

Il “piano rom” della giunta Raggi è stato varato un anno fa.

 

“Tre giorni dopo la presentazione, in una conferenza stampa noi ne annunciammo il fallimento. E fummo presi letteralmente a sassate da questa amministrazione con due assessori, Laura Baldassarre e Daniele Frongia, e la presidente della commissione politiche sociali Maria Agnese Catini che via Facebook ci attaccarono scatenando una campagna di odio fortissima. Purtroppo la nostra previsione si è puntualmente avverata. Se andrà tutto bene, e non andrà tutto bene, questa amministrazione riuscirà a superare un unico campo nella primavera del 2021. Questo è il massimo che riusciranno a fare? Chiudere un campo in cinque anni? Intanto i bambini crescono senza andare a scuola e le periferie soffrono la presenza dei campi”. 

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